venerdì 6 novembre 1998

"Con il dialogo la libertà" - Intervista al Premio Nobel per la Pace David Trimble


BRUXELLES (Brussels) «D'Alema dialoghi con i movimenti indipendentisti pacifici: la via del dialogo è la migliore, rappresenta la democrazia più pura». Parola dell'unionista moderato David Trimble, Nobel per la Pace 1998 insieme al cattolico moderato John Hume. Da Bruxelles, il primo ministro unionista dell'Irlanda del Nord esprime questo consiglio ad un altro "unionista", l'italiano e primo ministro Massimo D'Alema. Situazioni e luoghi completamente diversi, tra le Sei contee dell'Ulster e le Regioni Alpino-Padane, anche se Trimble dice di «capire i sentimenti di frustrazione del Nord nei confronti di Roma» ma evita «da unionista di indicare una soluzione» La "via del dialogo" è però, per il premio Nobel, quella da seguire, a maggior ragione in situazioni dove la violenza fortunatamente non è mai esplosa. Come ben sappiamo, il cuore dei popoli che lottano per l'indipendenza batte per un'Irlanda Libera pacificamente ma, se si vogliono evitare tragedie, lutti, odi tra i popoli, la via non è che una: dialogare, rispettare ed ascoltare anche chi sta dall'"altra parte della barricata". In questa intervista "oltre le barricate",

David Trimble parla in modo franco, realista e democratico del difficile dialogo con il Sinn Féin, della situazione dei Paesi Baschi, della "devolution" in Scozia e Galles, della politica italiana e da un suo giudizio sulla Lega Nord, ricordando anche aneddoti legati ad "una vacanza a Verona qualche anno fa, quando girando i vari paesi vedevo le scritte "Repubblica del Nord"».


D: Mr. Trimble, ritiene che il Nobel per la pace assegnato a lei e John Hume possa servire a rafforzare il processo di pace in Irlanda del Nord?


Trimble: «Lo spero proprio. Mi auguro che questo riconoscimento internazionale premi gli sforzi enormi per la pace che stiamo facendo tutti noi. Io sono fiducioso, ho avvertito un senso di orgoglio da parte della gente in Irlanda del Nord ed anche in altre parti del mondo per questi premi Nobel per la pace».


D: Dopo i suoi incontri con il leader del Sinn Féin Gerry Adams, l'ultimo dei quali la scorsa settimana, è cambiata la sua opinione sul movimento repubblicano cattolico?


Trimble: «Perché io cambi idea deve accadere una cosa ben precisa. Oggi c'è un problema: Gerry Adams, il Sinn Féin e l'Ira non hanno ancora rispettato la parte dell'accordo che prevede il disarmo delle formazioni terroristiche repubblicane. Su questo argomento, comunque si sta muovendo molto, con una pressione sociale molto forte, l'opinione pubblica dell'Irlanda del Nord».


D: Anche di parte cattolica?


Trimble:«Sì, anche di parte cattolica. A livello internazionale c'è poi una grande pressione. Pressione politica che viene dalla Repubblica d'Irlanda, dal governo di Londra, da Washington e anche dall'Europa, che chiedono a Adams di muoversi su questo specifico punto, cioè la consegna delle armi dell'Ira».


D: La scorsa settimana a Belfast un cittadino cattolico è stato assassinato da un estremista protestante. Pensa che questo ennesimo atto di violenza possa danneggiare il processo di pace?


Trimble: «Ci sono ancora molti problemi, è ovvio. L'assassinio della scorsa settimana è stata una dimostrazione evidente di questo, come ancor più tragicamente evidente è stata l'esplosione di una bomba da parte di estremisti repubblicani ad Omagh che ha ucciso 29 persone. L'accordo non è una parola magica che abolisce di colpo i problemi che ci sono. Questi restano, ci vorrà del tempo. Ed è per questo che io chiedo ad Adams e ad i suoi associati di rispettare tutte le parti dell'accordo e finirla completamente con la violenza, per facilitare questo processo. E comunque anche una volta rispettate tutte le parti dell'Accordo, ci saranno ancora problemi tra le comunità. È un processo che richiede molto tempo».


Lei pensa che il processo di pace in Nord Irlanda possa essere preso da esempio anche da altre realtà simili, come ad esempio i Paesi Baschi?


Trimble: «Penso sia molto interessante il fatto che, come pare, stia iniziando sul nostro esempio un processo simile nei Paesi Baschi. Sono ben noti i rapporti che sono intercorsi nel passato tra l'Ira e l'Eta ed il rifornimento di armamenti da parte dei repubblicani ai terroristi baschi.


L'isolamento che poi è seguito poi è seguito per loro è simile a quello dell'Ira. Penso che tutto questo li influenzerà».


D: Cosa pensa della prospettiva di un'Irlanda unita, dove la vostra comunità protestante e unionista sia protetta a tutti gli effetti come una minoranza ? Nel vostro programma parlate di «diritto di autodeterminazione per l'Ulster , legando ogni cambiamento alla volontà della maggioranza della popolazione che vive in quel territorio».


Trimble: «Quando si ha una disputa territoriale tra due Stati, come è nella nostra situazione, deve essere la maggioranza della gente che vive in quel territorio a scegliere democraticamente il futuro di quella terra. Devono essere le persone dell'Irlanda del Nord a scegliere del proprio futuro. In questo momento è particolarmente chiaro che la maggioranza degli abitanti dell'Ulster è unionista e vuole rimanere parte del Regno Unito. Personalmente ritengo che anche in futuro sarà così, non ci saranno cambiamenti. Anche se oggi, la Repubblica d'Irlanda mi offrisse garanzie di essere tutelato e garantito costituzionalmente come "minoranza", io non cambierei idea. Non è una questione solo di religione, è una questione di identità: noi unionisti ci sentiamo cittadini britannici, fa parte della nostra storia, siamo sempre stati parte dello Stato Britannico. L'Irlanda e il Regno Unito sono Paesi molto simili per mentalità ma sono due paesi diversi, e io difendo il mio diritto a rimanere parte del Regno Unito, sentendomi britannico. Io voglio avere accordi, relazioni amichevoli e scambi con i cittadini irlandesi, con la Repubblica d'Irlanda e con tutti i popoli d'Europa. Ma questo processo di scambio ed amicizia, che è aumentato all'interno della comunità europea, non deve significare per me un abbandono della mia identità che mi lega al Regno Unito».


Cosa pensa del processo di "devolution" avviato per Scozia e Galles?


Anche lì è stato utilizzato un metodo pacifico, il referendum, seguendo la volontà della gente.


Trimble: «Io ritengo che sia una cosa assolutamente positiva che le caratteristiche regionali di Scozia, Galles, Irlanda del Nord, si riflettano in strutture democratiche alle quali vengono assegnati poteri in modo da bilanciare gli altri».


In Scozia e Galles il dialogo tra parte unionista e indipendentisti è facilitato dal fatto che sia lo Scottish National Party che il Plaid Cymru non hanno mai fatto uso della violenza...


«Certamente, è proprio così. La mia opinione personale è che sia i nazionalisti scozzesi che quelli gallesi, anche se non vedono attuata una loro completa indipendenza, riconoscono l'importanza di poter avere maggiore autonomia ed il fatto che le caratteristiche nazionali siano rispettate».


Lei è un leader e primo ministro unionista, al pari di un altro "unionista", il primo ministro italiano Massimo D'Alema. Lei sa che nelle Regioni della Valle Padano-Veneta, Sardegna, Sud Tirolo ci sono movimenti che richiedono sempre più autonomia e l'autodeterminazione in modo pacifico. Da unionista a unionista, cosa suggerisce di fare a D'Alema nei loro confronti?


Beh è molto difficile dirlo. Io capisco molto bene i sentimenti di molte persone del Nord Italia nei confronti di Roma e del Sud. In parte, personalmente ritengo sarebbero simili ai sentimenti che noi britannici del Nord Irlanda avremmo nei confronti di Dublino se fossimo governati da loro. Ma non voglio interferire negli affari della politica italiana e nei problemi seguenti all'unificazione politica, avvenuta recentemente nel diciannovesimo secolo. Non posso poi giudicare la situazione interamente, perché sono stato molte volte lì in vacanza, ma non sono mai andato oltre il Veneto e sotto Firenze».


Ma lei suggerirebbe a D'Alema di dialogare con questi movimenti indipendentisti che hanno rivendicato sempre in modo pacifico le proprie idee?


«Oh, certamente. Questa è la pura democrazia, il dialogo è sempre la via migliore».


Cosa pensa della Lega Nord ?


«Qualche anno fa, quando ero in vacanza a Verona , rimasi impressionato nel vedere sui cartelli stradali di molti paesi le scritte "Repubblica del Nord". Questo riflette il pensiero di molte persone che vivono in queste zone. Dobbiamo poi tenere in considerazione il fatto che le regioni del Nord sono molto produttive e si sentono molto frustrate nei confronti di Roma. Capisco le aspettative di queste aree molto produttive e sviluppate economicamente nei confronti di un sistema politico che non da in cambio quello che riceve. Ma come leader unionista non mi sento di indicare alla Lega Nord una soluzione, decida la gente del vostro del vostro Paese. La cosa più importante è che tutto si svolga in modo pacifico e democratico».


Ma la disputa tra indipendentismo ed unionismo non è solo economica. Si parla anche di identità diverse, di popoli differenti. Non pensa, come Nobel per la pace, che sia importante cercare di aiutare a spostare il dibattito più avanti rispetto alla questione puramente economica?


«Certo. Questi problemi non sono solamente economici, ma soprattutto politici. E quindi vanno risolti politicamente».


( Intervista pubblicata il 6 Novembre 1998)


L'altro Nobel: John Hume il leader dei cattolici moderati ha mediato con il Sinn Fèin

BRUXELLES (Brussels) John Hume, il principale architetto della Pace in Irlanda del Nord. Se da una parte, quella protestante unionista, Trimble ha accettato coraggiosamente il dialogo (l'ala più oltranzista del suo partito era contraria ad accettare la svolta) dall'altra, quella cattolica e filorepubblicana più moderata, il più importante uomo dell'accordo è stato John Hume, eurodeputato e leader del Social Democratic Labour Party (Sdlp). Gli indipendentisti moderati del Sdlp sino dalla loro fondazione nel 1970 si battono per il dialogo tra tutte le parti in causa, la pacificazione e l'opzione di un Irlanda unita solo su richiesta della maggioranza degli abitanti delle sei contee. Hume, dal 1979, è eurodeputato, aderente con il suo partito al gruppo socialista europeo. È stato lui, a partire dai primi anni '90, a trattare con il Sinn Féin di Gerry Adams ed a convincere l'Ira ad un primo cessate il fuoco nel 1994. È stato lui, insieme al Senatore americano Mitchell, dopo la ripresa della violenza nel 1996 a continuare con forza a battere la via delle trattative che ha contagiato poi larga parte dei "giocatori" più responsabili di questa difficilissima partita: dal repubblicano Gerry Adams all'unionista moderato David Trimble in primis. Hume è anche parlamentare a Westminster dal 1983. Lo scorso giugno e' stato eletto anche come parlamentare nell'Assemblea del Nord Irlanda.
... del Nord Irlanda. Durante la campagna elettorale per il sì al referendum sul Trattato, il 19 maggio, nel corso di un concerto del famoso gruppo irlandese degli U2 si esibì in un appello pubblico insieme al leader unionista David Trimble ed a quello della band musicale, Bono. Per tutto questo, il 16 ottobre scorso John Hume ha ricevuto insieme a Trimble il Nobel per la Pace.
Matteo Incerti
(pubblicato il 6 Novembre 1998)