venerdì 30 maggio 2008

Notizie scomparse: la Sassonia non getta negli inceneritori i rifiuti campani


I rifiuti che dalla Campania vengono inviati in Sassonia ( Germania ) non vengono bruciati nei “mitici” inceneritori ma selezionati, separati, riciclati, compostati e trattati con sistema meccanico-biologico e l’unica parte secca viene utilizzata come combustibile sostitutivo in impianti industriali comunque esistenti, anziché negli inceneritori. La notizia l’ha data l’ANSA in data 21 maggio, riportando le dichiarazioni del portavoce del Ministro per l’Ambiente del Land della Sassonia, ma nessun telegiornale, “vate” giornalista, industriale o politico, si è degnato di raccontare in tutto e per tutto questa notizia, che smentirebbe clamorosamente chi propone di costruire costosissimi e dannosissimi inceneritori come panacea di tutti i mali. E nessuno tra i politici, ha ricordato che noi importiamo materie prime secondarie dalla Germania che magari provengono proprio dalla Campania… Tutti a citare i “67 inceneritori” tedeschi. Ma non ci si degna d’informare i cittadini che se nel 1992 la Germania bruciava il 36% dei suoi rifiuti oggi la media nazionale di combustione è in netto calo e (dati forniti da Enel nel 2008) nell’ultimo anno era la percentuale era scesa al 22%. Ben al di sotto delle regioni più ‘piromani’ d’Italia Lombardia ed Emilia Romagna che viaggiano oltre il 35% di quota incenerita ed hanno percentuali di differenziata nettamente inferiori della Germania. In Germania l’incenerimento è in calo mentre è in forte ascesa il Trattamento Meccanico Biologico. La normativa tedesca prevede infatti che possano essere avviati in discarica solo rifiuti pre-trattati. O tramite Trattamento Meccanico Biologico senza combustione o tramite incenerimento. Incenerimento e discarica sono inoltre tassati. L’opzione a “freddo” del Trattamento Meccanico Biologico in Italia appositamente non viene mai citata, per non indispettire e smentire le fortissime e trasversali lobby degli inceneritoristi. Già perché il T.M.B. come il Compostaggio, i Centri Riciclo e la raccolta Differenziata Porta a Porta comportano investimenti pubblici molto minori rispetto alla costruzione d’inceneritori che non stanno in piedi senza i contributi pubblici. Non sono quindi alternative appetibili a chi fa investimenti, appalti e “gioca in Borsa” con i soldi dei cittadini.
Alla faccia del libero mercato….
Riporto la notizia ANSA DEL 21 maggio
BERLINO, 21 MAG - I rifiuti campani già smaltiti in Sassonia non sono stati bruciati nei termovalorizzatori tedeschi, ma sono stati riciclati per ricavarne materie prime secondarie e composti organici che verranno venduti all´industria. Il percorso dell´immondizia italiana in Germania lo ha spiegato all´ANSA una portavoce del Ministero dell´Ambiente della Sassonia, sottolineando che niente è finito in discarica.«Questi rifiuti non sono stati bruciati» negli inceneritori, ha detto la portavoce. Anzitutto, ha spiegato sono stati separati i rifiuti organici da quelli solidi, che diventeranno poi materie prime secondarie (plastica, metallo, etc.). Il resto, «una parte minore - ha proseguito - è stato trattato in un impianto meccanico-biologico e verrà venduto alle industrie», le quali bruciano questo materiale trasformandolo così in energia. Ma il grosso dei rifiuti campani diventa materia prima secondaria. E l´Italia, oltre a fornire l´immondizia, svolge anche un ruolo importante nella fase successiva del percorso di quest´ultima. Il Paese, infatti, è al terzo posto, con 2,01 milioni di tonnellate, della graduatoria degli acquirenti di materie prime secondarie.
(ANSA) CB21-MAG-08 17:09 NNN

Matteo Incerti

(pubblicato su www.decrescitafelice.it 30 maggio 2008)

giovedì 15 maggio 2008

Banche & Inceneritori: bruciare conviene solo se paga il cittadino...


Inceneritori ? Sì.... solo con gli incentivi pubblici pagati dai cittadini. Aiuti che, è giusto ricordarlo, sono illegali per l’Unione Europea. Nel 2004 e 2005 il Servizio Ricerca di MCC Spa , appartenente al Gruppo Bancario Capitalia (che nella propria attività intratteneva rapporti creditizi con Acegas-Aps Spa, Enertad Spa, Hera Spa e anche attraverso MCC con ASM Brescia oggi A2A Spa) diede alle stampe un rapporto “Light My Fire- Il mercato dei rifiuti in Italia” dove in più paragrafi veniva chiaramente spiegato ai futuri investitori come gli incentivi pubblici forniti all’incenerimento di rifiuti nonbiodegradabili fosse di fondamentale importanza per la costruzione di questi impianti. Nel rapporto a pagina 9 si legge chiaramente. “Lo sviluppo del waste to energy resta comunque strettamente dipendente dalla presenza di forme d’incentivazione – quali in particolare l’applicazione della tariffa incentivata Cip6/92 per gli impianti accreditati e il riconoscimento di certificati verdi – che rappresentano le variabili cruciali per l’equilibrio economico finanziario della maggior parte delle iniziative”. Ed ancora “La rilevanza degli incentivi per la profittabilità dei termovalorizzatori è testimoniata dalla tendenza, manifestata da diversi operatori del settore, a procedere al revamping dell’impianto dopo la scadenza dell’incentivo, al fine di continuare a percepire questa ulteriore componente di ricavo”.Tre anni più tardi Capitalia si trasforma in Unicredit ma l’analisi non cambia. Il 29 febbraio un analisi su Actelios, la società del gruppo rileva che la capacità produttiva di Actelios dovrebbe triplicare nei prossimi anni, grazie anche alla costruzione di tre inceneritori in Sicilia. Questo insieme alla protezione offerta dalle tariffe incentivate CIP6 che “regala agli investitori una buona combinazione tra difensivismo e potenziale crescita”. Gli analisti di Unicredit, nonostante i contributi Cip6 siano stati aboliti per i futuri impianti dalla finanziaria 2007, ritengono che “l’approvazione governativa per il loro sviluppo non tarderà arrivare tenendo conto che la recente crisi dei rifiuti campani ha già spinto le autorità a concedere gli incentivi Cip6 ad un impianto simile a quelli di Actelios che ancora deve essere costruito ad Acerra”. Inoltre “ le decisioni finali sui progetti non saranno più prese da Pecoraro Scanio, ministro uscente, che fin dall’inizio si è mostrato contrario alla costruzione dei termovalorizzatori” (http://www.soldionline.it/a.pic1?EID=21270 ). L’ultimo appello per i contributi pubblici a favore di 17 inceneritori da costruire al Sud? Arriva da Confindustria. Sul Sole 24 Ore del 23 marzo (“Inceneritori senza risorse, allarme delle imprese per gli incentivi cip6”), così parlava Paride De Masi, coordinatore del Gruppo Rinnovabili di Confindustria: “senza questi contributi le banche sospenderanno i pagamenti del project financing”.
Matteo Incerti (pubblicato su rivista Valori - numero maggio 2008)

domenica 4 maggio 2008

Il futuro è Rifiuti Zero


REGGIO EMILIA -“Rifiuti Zero è il futuro, un futuro che inizia con la raccolta porta a porta”. Duecento persone hanno gremito la sala dell’Oratorio Don Bosco in via Adua, dove Gente di Reggio e altre liste civiche insieme a Comitati , Rete Rifiuti Zero e gli Amici di Beppe Grillo hanno invitato a parlare quattro esperti americani di questo sistema di riciclo totale. Una politica di medio periodo già adottata da Los Angeles, San Diego, San Francisco, Seattle,San Josè capitale della Silicon Valley, Toronto e primo, in Italia, il comune di Capannori (Lucca), 44.000 abitanti. “Rifiuti Zero è una scelta industriale ed ambientale dove rifiuti sono visti come materie prime da non sprecare, gettare o bruciare “ ha spiegato Paul Connet, professore della St. Lawrence University di New York. “La strategia parte con la riduzione e la raccolta porta a porta come avete iniziato a fare anche a Reggio, tenete presente che è dal 1995 che negli Usa non si autorizza un inceneritore”. Rick Antony, che lavora per la metropoli di San Diego, ha spiegato che “con questo sistema si può massimizzare il recupero dei materiali, con benefici economici e di occupazione per tutti”. L’economista della Califonria University Jeffrey Morris, ha spiegato che “tutte le evidenze scientifiche ed economiche condannano sia l’incenerimento che discarica dal punto di vista economico e ambientale. Stanno in piedi solo con sussidi pubblici”. Erik Lombardi, recentemente intervistato dal settimanale Usa Newsweek, ha sostenuto che “questa strategia si può fare qui come nelle metropoli come Los Angeles . Primo passo arrivare al 70% di differenziata poi servono impianti di compostaggio e centri di selezione meccanica e riciclo e studio dei materiali in collaborazione con le industrie”. Illustrando un sistema “Rifiuti Zero” che verrà costruito nelle Hawaii ha spiegato come “costi molto meno di un inceneritore o gettare in discarica”. “La serata è stata un messaggio chiaro e forte d’ innovazione civica, ambientale ed industriale” ha detto Mario Monducci consigliere di Gente di Reggio. Ad ascoltare in sala anche l’assessore all’ambiente Pinuccia Montanari, Claudio Rangone (Laboratorio), Ermete Fiaccadori (Pd). Franco Colosimo (Rosa Bianca).

(Matteo Incerti - articole de IL RESTO DEL CARLINO - Edizione Reggio 4 maggio 2008)