giovedì 26 agosto 2010
Il sogno del soldato Rocky viaggia su Facebook "Liberai l'Italia, voglio tornare"
ERA IL 21 APRILE 1945, Dopo seicento giorni di guerra sul fronte italiano, da Salerno ad Anzio passando per Cassino, Firenze e gli Appennini, partecipò alla liberazione di Bologna con la 34esima divisione Red Bull dell’esercito statunitense.Oggi Roque J Riojas, per gli amici“Rocky”, ha 88 anni ed è su Facebook con una sua pagina . Scrive e “chatta” come un ragazzo ed ha un sogno: «Tornare in Italia, nei posti dove ho combattuto e non solo – dice – Allora non ci fu tempo per visitare questo bellissimo paese. Ricordo solo di un giorno a Venezia, presi la gondola andammo a piazza SanMarco e nella cattedrale, mangiai la mia razione C e bevetti però del vino.Roma la vidi di passaggio solo una volta, il Colosseo da lontano».
ROCKY oggi vive a Kansas City,la sua città natale ed è di chiare origini messicane delle quale va orgogliosissimo. Per le sue azioni di guerra fu pluridecorato. Medaglia di Bronzo «mi hanno ritrovato la foto mentre vengo premiato dalgenerale Bolte» dice, laPurple Heart lavalorosa «cuore di porpora» per i più coraggiosi e tante altre riconoscenze.«La nostra divisione, la 34esima,che sbarcò a Salerno e finì laguerra a Brescia nel maggio 1945,al ritorno in patria però non ebbe i riconoscimenti che si meritava. Il mio picchetto d’onore era composto da una persona, un vicino di casa che mi ringraziò» dice con un pizzico d’ ironia.
Anni dopo si è rifatto. Nel 2004 è stato ricevuto alla Casa Bianca dall’allora presidente GeorgeW.Bush.
SU FACEBOOK, da due anni oramai questo arzillo veterano che dopo la guerra ha lavorato come ferroviere, ha trovato una nuova vita. Ha oltre un centinaio di amici da tutto il mondo. Anche dall’Italia. «Mi piace parlo con loro,sono stato invitato alle celebrazioni per la liberazione di Livorno da parte degli americani da alcuni ragazzi. Con il cuore ero con loro». Online mette brani musicali messicani ma anche dei Kiss. Domenica quando ha compiuto gli anni sono piovuti dagli StatiUniti come dall’Italia tantissimi auguri.«Mi piace parlare con i giovani, sentire che in tanti mi ringraziano per quello che abbiamo fatto» dice.
DEGLI EPISODI di guerra però non ama parlare molto. «Momenti tremendi e tanti amici morti,combattemmo per seicento giorni.Uso sempre il noi perché eravamo noi tutti insieme» dice.«Prima in Nord Africa con la 135esima divisione di fanteria –spiega – Poi con la 34esima Red Bull a Salerno,poi Battipaglia,Benevento, Monte Pantano, Anzio,labattagliadi Monte Cassino.Passammo il Volturno tre volte, poi Firenze, Cecina, Livorno». E l’inferno sulla linea Gotica nei nostri Appennini. «Inverno 1944,freddo, fango, sporcizia, poco cibo che veniva portato con i muli dagli italiani che ringrazio ancora oggi» dice Rocky. Il 21 aprile 1945 la liberazione di Bologna.«Quando entrammo a Bologna ricordo che facemmo pulizia di crauti(tedeschi ndr)». Dopo Bologna , la 34esima iniziò la sua marcia lungo la Valle del Po oramai libera.Entrò anche a Reggio Emilia con i partigiani. Su internet guarda un video d’epoca relativo a quel giorno.«Mi ricordo anche quella città,ma di passaggio, pochi momenti.Proseguimmo verso altre città,poi arrivammoa Brescia dove i tedeschi si arresero e noi tutti ci chiedevamo:quando si torna a casa?».Sessantacinque anni dopo, da Kansas City, via Facebook, questo veterano che è un inno alla vita,invece sembra chiedere al mondo della rete.«Quando si torna in Italia?».
MATTEO INCERTI (pubblicato sul Resto del Carlino, pagina nazionale del 26 agosto 2010)
-diritti riservati
giovedì 12 agosto 2010
"Col mio paracadute di guerra quella ragazza fece l'abito di nozze"
IL 27 MARZO 1945 a Botteghe d’Albinea suonando la cornamusa, lanciò l’assalto alla Va sezione del comando generale tedesco in Italia. Tre giorni prima lo scozzese David Kirkpatrick, al tempo 19 anni, si era lanciato, indossando il kilt, ai piedi del monte Cusna e aveva regalato il suo paracadute ad una famiglia della zona che lo aveva ospitato. «La figlia della famiglia che mi ospitò si doveva sposare — racconta ora l’ex militare — e la seta era utile per l’abito della cerimonia, come ricompensa noi donavamo sempre qualcosa, così regalai il mio paracadute». Oggi a 65 anni di distanza, Kirkpatrick dalla sua casa in Scozia lancia un’appello: vuole trovare la ragazza del ’45 che andò all’altare vestita col suo paracadute.
Kirkpatrick, che prima di andare in guerra era un boy scout, era stato chiamato a partecipare a una missione speciale, l’«Operazione Tombola». Una storia che il Carlino ha raccontato il 21 marzo scorso, ritrovando cinque reduci partigiani che si sono rivisti per la prima volta dalla fine del conflitto lo scorso 25 aprile. Per sessantacinque lunghi anni il «boy scout guerriero» con la cornamusa, è rimasto una leggenda. Di lui si conosceva il cognome, ma non il nome.
Nessuno in occasione delle celebrazioni che ogni anno si svolgono ad Albinea era riuscito a contattarlo. David Kirkpatrick si era eclissato. Volutamente. «Quella notte vidi cose orrende, tanti giovani morire, tedeschi bruciare vivi nelle ville», racconta oggi. «Non ne voleva parlare neanche con me — spiega uno dei figlio di Kirkpatrick, Lee, militare della Royal Air Force britannica — non era orgoglioso, ha sofferto di lunghi traumi psicologici tutta la vita». Fino a quando il 21 giugno, caso del destino nel giorno del suo 63esimo anniversario di matrimonio, lo abbiamo ritrovato a Girvan, un piccolo paesino sulle coste scozzesi. E’ stato come trovare un tesoro fatto di umanità. Un tesoro scoperto dopo lunghe ricerche svolte grazie anche a Livio Spaggiari, un ex parà che da anni segue questa vicenda. Per convincere David a parlare però non è bastata una telefonata. Si è aperto solo dopo una lunga lettera, dove ha conosciuto il lato umano della sua storia di guerra. Il suono della sua cornamusa era rimasto nei cuori di tanti. Come un segno di vita e non di morte. Per gli abitanti di Albinea, perchè i tedeschi udendo la sua cornamusa pensarono che si trattasse di un attacco primariamente inglese e non partigiano. Così evitarono una sanguinosa rappresaglia contro i civili come testimoniano i diari del parroco di allora don Alberto Ugoletti.
I suoi compagni di battaglia si lanciarono all’assalto come poeti guerrieri. Nel cuore dei borghi del crinale del Cusna che lo accolsero per primi con i bimbi che lo inseguivano come fosse il pifferaio magico. «Sono sollevato, ora so che con la mia cornamusa ho fatto del bene – dice oggi - finalmente ho messo via tanti brutti ricordi, grazie». Ritrovare il suo paracadute diventato vestito da sposa, ora è la sua nuova missione. «Quella famiglia è ancora viva? Ci piacerebbe molto ritrovarli e conoscerli», concludono David e Lee Kirkpatrick.
MATTEO INCERTI
(pubblicato sul Resto del Carlino, edizione nazionale pagina Cronache del 12.8.2010)
-DIRITTI RISERVATI-
lunedì 26 luglio 2010
Notizia nucleare: tra i partner della Fondazione Veronesi c'è Enel
Nel marzo 2008 , preparai per Radio Bruno un servizio e scrissi per la rivista Valori un articolo sui partner economici (assolutament legali) della Fondazione Umberto Veronesi. Comparve così che tra questi c'era anche la francese Veolia, multinazionale nel business inceneritori oltre che privatizzazione dell'acqua. Di questi giorni il dibattito sull'offerta governativa al senatore Umberto Veronesi (PD e da sembre favorevole al nucleare anche prima della sua candidatura per le elezioni di aprile 2008) di dirigere l'Agenzia per la Sicurezza Nucleare. Chi è interessato al progetto di riattivazione del nucleare in Italia ? ENEL in collaborazione con la fracense EDF. Chi compare tra i partner della sezione "The Future of Science" della Fondazione Umberto Veronesi ? ENEL .
martedì 20 luglio 2010
Rifiuti tossici: Grossi,ancora tu!
"Ancora tu non mi sorprende lo sai, ancora tu l'incorreggibile...." cantava Lucio Battisti. Altri anni, altri contesti. Ma la canzone del grande Lucio sembra fatta apposta per un imprenditore nel campo dei rifiuti Giuseppe Grossi. Un nome non nuovo ad esempio per la provincia di Treviso visto che Grossi risulta socio nella holding che ha proposto la costruzione degli inceneritori di rifiuti industriali di Silea e Mogliano. Lo stesso acquisto' i terreni di Silea . Un nome non nuovo alle cronache giudiziarie. Lo scorso 21 ottobre 2009 è finito agli arresti per "associazione a delinquere finalizzata a frode fiscale, appropriazione indebita, truffa, riciclaggio e corruzione ". Lo stesso Grossi pero' non demorde ed a giugno 2010 ha partecipato a Verona alla gara per la riapertura dell'inceneritore di Cà del Bue.
Pochi giorni fa una nuova inchiesta che vede Grossi indagato per "discarica abusiva, smaltimento illecito dei rifiuti e avvelenamento delle acque" e relativa all'inquinamento di una grossa falda che ha portato al sequestro dell'area ex Montedison a Santa Giulia (Milano).
Grossi, ancora tu, ma non dovevamo vederci piu' ?
Ma lasciarti (libero?) non è...possibile!
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ANCORA TU (Rifiuto Mio)
Giuseppe Grossi bloccato dalle inchieste giudiziarie, parla ai suoi rifiuti, tossici e non
Testo ironico ispirato ad ANCORA TU di Lucio Battisti (1976)
Ancora tu non mi sorprende lo sai
ancora tu ma non dovevamo vederci più?
E cosa bruci? Domanda inutile
Bruci me e si scappa in discarica.
Rifiuto mio ci han già mangiato o no
Ho fame anch'io e non soltanto di te
Che bello sei sembri più tossico
o forse sei solo più diossina
Oh lo so cosa tu vuoi sapere...
Nessuna differenziata no ho solo ripreso a bruciare...
Sei ancora tu purtroppo l'unico
Ancora tu non riciclabile
Ma bruciarti non è possibile
No bruciarti non è possibile
Bruciarti non è possibile
No bruciarti non è possibile
Sei ancora tu purtroppo l'unico
Sei ancora tu non riciclabile
Ma sotterrarti non è possibile
No sotterrarti non è possibile
Sotterrarti non è possibile
No sotterrarti non è possibile
Termovalorizzazione gioia mia
sarò ancora tuo sperando che non sia follia
ma sia quel che sia
brucia con me monnezza mia
vien sotto terra con me monnezza mia
Che adesso lo voglio anch'io
Ancora tu non mi sorprende lo sai
ancora tu ma non dovevamo vederci più?
E come stai? Domanda inutile
Stai come me e si scappa in discarica
Rifiuto mio ci han gian mangiato o no
Ho fame anch'io e non soltanto di te
Che bello sei sembri più tossico
o forse sei solo più diossinaa
venerdì 16 luglio 2010
Una canzone per la cornamusa di Villa Rossi, la faranno i Modena City Ramblers
di MATTEO INCERTI — ALBINEA —
«QUELLA di David Kirkpatrick è una storia magica, che fa riscoprire un periodo importante della nostra storia e anche come la musica — quella della sua cornamusa durante la tragedia della guerra — possa aver salvato vite umane evitando la rappresaglia nazista. Ci stiamo scrivendo una canzone». A parlare così è Massimo Ghiacchi, uno dei leader del notissimo gruppo Modena City Ramblers che dopo aver letto in questi mesi le storie incredibili dei reduci ritrovati di “Operazione Tombola”, l’assalto al comando nazista di Villa Rossi e Villa Calvi, e saputa della vicenda del suonatore di cornamusa, ha avuto l’ispirazione per nuove canzoni.
«MI SONO MESSO a leggere il libro di Glauco “Gordon” Monducci, il comandante dei Gufi Neri che fu ferito quella notte — spiega Ghiacchi — sto seguendo le vicende e l’idea è di fare varie canzoni. Ci sono storie umane bellissime che sono state riscoperte in questi mesi».
I lavori sono cominciati. «Abbiamo già alcune idee sarà un testo carico e bello — continua l’esponente dei Modena City Ramblers — anche con pezzi corali in inglese, immaginiamo lui che scende in kilt dal paracadute sul Cusna e poi arriva nella notte ad Albinea. Un suono che nelle cose terribili della guerra ha portato la pace e la vita».
INTANTO il Comune di Albinea per voce del sindaco Antonella Incerti, dopo aver letto sul Carlino che David Kirkpatrick era stato rintracciato, annuncia che all’86enne scozzese verrà conferita la cittadinanza onoraria.
«E’ come un puzzle che negli anni si è ricomposto — spiega il primo cittadino di Albinea — prima le indagini del nostro compianto Mario Crotti, poi le vostre. Così è stata restituita la memoria di tutti, tenendo vivo il ricordo anche dei disertori tedeschi. Una memoria capace di unire i popoli».
COSÌ ALBINEA è diventata un luogo di pace per riparare storie drammatiche. «Ad Albinea e in tutti coloro che presero parte a quegli eventi c’è una cosa che è sempre rimasta indelebile, sia a chi la sentì e chi ne ricorda le gesta. Quel suono della cornamusa — continua il sindaco —. A chi era presente quella notte sembrò che qualcosa stesse cambiando magicamente. Non ci fu il rastrellamento anche grazie a lui oltre che ai tre ragazzi morti. Nel 1995 (il cinquantesimo anniversario) con il maggiore Farran, Monducci ed Harvey ancora vivi, chiamammo dalla Scozia un suonatore di cornamusa per ricordare quel suo gesto».
IL SOGNO ora è un altro. «Gli conferiremo la cittadinanza onoraria — dice il sindaco — se non proprio a lui, perché capiamo possa soffrire ancora a venire qui, almeno ai figli. Abbiamo letto che ne ha quattro e suonano la cornamusa: sarebbe bello averli con noi a suonare, magari alle prossime celebrazioni nel marzo 2011».
Pubblicato su IL RESTO DEL CARLINO 16.7.2010
(Diritti riservati)
giovedì 15 luglio 2010
Vive in Scozia un eroe di Villa Rossi, la sua cornamusa evito' una strage di civili da parte dei nazisti
La musica è stata la sua vita. La sua musica ha contribuito, come per magia, a salvare altre vite umane.Questa è la storia di David Kirkpatrick, l’eterno boy scout che nel 1945 arrivo’ dal cielo in kilt sul Cusna e con il suono della sua cornamusa lancio' l'assalto al comando nazista di Botteghe d'Albinea compiendo un piccolo miracolo. Contribui' ad avitare una rappresaglia salvando la vita a centinaia di persone.
GIRVAN (SCOZIA) - Si paracaduto’ in kilt sul Cusna. Il suono della sua cornamusa, nella notte del 27 marzo 1945, guidò Alleati e partigiani all'assalto del comando nazista di Botteghe incitandoli a battersi come poeti guerrieri. Le stesse note di quello strumento, come per magia, fecero credere ai tedeschi che gli inglesi erano alle porte di Reggio e l'attacco fosse stato condotto primariamente da loro e non dai partigiani. La sua musica, unita al tragico sacrificio di tre giovani paracadutisti britannici fece così un piccolo miracolo. Evito' una feroce rappresaglia nazista ad Albinea che sarebbe costata la vita a centinaia di civili. Per 65 anni lunghissimi, l'allora 19enne scozzese David Kirkpatrick, il soldato che in mezzo a quel'inferno indossando il kilt suono' "Highland Laddie" è rimasto nell'ombra. Ha sofferto come non mai le ferite psicologiche lasciate da quella notte e la guerra. Non ha mai saputo che tra i cittadini di Albinea, come in tutte le persone che presero parte ad Operazione Tombola, le sue gesta e la sua musica erano un simbolo di coraggio, vita e pace e non di morte. Di lui si erano perse le tracce. Si conosceva solo il cognome. Citato in rapporti e qualche vecchio libro. In molti lo credevano morto. Invece David Kirkpatrick ha 86 anni e vive a Girvan in Scozia, in un piccolo villaggio di pescatori di ottomila anime sulla costa occidentale di fronte all'Irlanda. In questi 65 lunghissimi anni ha continuato a fare quello che fece allora. Suonare la sua cornamusa. “Imparai a farlo da piccolo quando ero un boy scout” racconta David. Lo ha fatto per tutta la sua vita insegnando anche ai suoi quattro figli: Allan, Ross, David e Lee. Poi un giorno di giugno, grazie ad una lettera ed una telefonata, conosce la verità, si libera dei fantasmi, apre il suo cuore. “Sono io il ragazzo che suono’ quella notte – racconta con forte accento scozzese- non sapevo di essere ricordato così dalla vostra gente, grazie” dice commosso. "Mi paracadutai sulle montagne e indossavo il kilt anche quando mi lanciai".
Era il suo primo lancio operativo. “Mi addestrarono in Sicilia”. Attero’ ai piedi del Cusna. Due giorni prima, il 22 marzo 1945 era stato arruolato nel 2 battaglione delle Sas, le truppe speciali britanniche. Della battaglia parla poco. "Fu terribile, ricordo che ad un certo punto un proiettile colpì la sacca della cornamusa, mi gettai a terra e vedevo quello che succedeva intorno". Poi altri ricordi sugli Appennini. "La domenica anche se sono presbiteriano e non cattolico andavo nella Chiesa a messa, lasciavo fuori la mia arma". La chiesa probabilmente è quella di Secchio dove avevano base i britannici o quella della vicina Febbio. "Ricordo di un ragazzo, gli piacevano i cowboy così lo vestimmo come uno di loro. Sarà ancora vivo ?". Gli raccontiamo che qualche mese fa abbiamo trovato in vita quattro reduci. Tutti si ricordano di lui. "Salutatemeli tutti, li abbraccio tutti come tutti gli abitanti delle vostre città”.
“HO SOFFERTO TUTTA LA VITA, E' LA FINE DI UN INCUBO”
“Siamo stati felici nel sapere che non ci fu una rappresaglia tedesca anche grazie alla sua azione e musica. Si è finalmente sentito sollevato nell'apprendere che il suono della sua cornamusa fece del bene”. A parlare per il papà David ora è il figlio ultimogenito Lee Kirkpatrick, 46 anni militare in carriera del servizio d’intelligence della Royal Air Force ed anche lui suonatore nella banda dell’aviazione. "Essendo io un militare della RAF ho provato per tanti anni a far parlare mio padre delle sue esperienze durante la guerra, ma non ha mai voluto rivisitare quelli che per lui furono giorni cupi. Quell'esperienza gli ha lasciando profonde ferite, soprattutto quella notte" spiega. “Dopo la guerra mio padre ha sofferto di terribili traumi psicologici a causa di quello che visse e vide”. "Tanti giovani persero la vita e per molti anni ha rivissuto probabilmente le loro orribili morti. parlava di persone che bruciavano vive nelle Ville". I paracadutisti del 2 Sas infatti diedero fuoco a diverse stanze del comando nazista. Poi con una lettera inviatagli, ha saputo come testimoniano i rapporti e le lettere ed il diario dell’allora parroco di Albinea Don Alberto Ugoletti, che il sacrificio di tre giovani parà britannici morti e l’effetto psicologico di sentire l’inno scozzese alle porte del comando nazista, evito' di fatto una feroce rappresaglia ad Albinea visto che i tedeschi applicarono il codice di guerra ed evitarono rastrellamenti che venivano applicati solo in caso di attacchi guidati dai partigiani. I morti tedeschi furono tra i 30 ed i 60. Dieci civili uccisi per ogni tedesco ammazzato da attacchi di partigiani era la legge di Adolf Hitler, ad Albinea si evito' una strage. "Ora che è venuto a conoscenza di queste cose per la prima volta nella sua vita, finalmente ha rimosso quegli incubi, li ha seppelliti" racconta commosso il figlio.
GUERRA E PACE Kirkpatrick èntrò nella 1a brigata degli Highland Regiment nel 1942 ed poi negli Argyl and Sutherland Highlanders. Sempre come il compito di "piper", da fine ottobre 1943 fu ad Alessandria in Egitto in Nord Africa, poi a Patrasso in Grecia ed infine in Sicilia dove fu addestrato ai lanci. Poi venne allegato ad “Operazione Tombola” il 22 marzo 1945 e lanciato sul Cusna. Kirkpatrick fu operativo con i reparti speciali delle Sas fino al 9 giugno 1945 e lascio' l'esercito nel 1946. Il 21 giugno 1947, nel primo giorno d'estate sposo' il suo grande amore. Anna Brittain che durante la guerra aveva servito nelle campagne dell'Ayrshire nel Womand Land Army, le ausiliarie dell'esercito di Sua Maestà. Qualche settimana fa hanno celebrato il 63esimo anniversario di matrimonio che ha dato loro quattro figli. Prima di partire per la guerra David lavoro' in miniera con suo padre e continuo' a farlo dopo il secondo conflitto mondiale. "Utilizzava le sue esperienze distruttive accumulate in guerra per far esplodere le pareti di miniere di carbone" racconta il figlio. "Si ma per la salute non era un granchè, mi misi a studiare e poi andai a lavorare all'aria aperta come caposquadra in una fabbrica che lavorava le alghe " spiega David. Ancora oggi suona la cornamusa, per la loggia massonica di Girvan St. John (con tanto di sito internet e nomi e foto pubblici dei “fratelli” aderenti, un mondo quello del rito scozzese lontano dai segreti e gli intrighi della massoneria italiana) e la banda del distretto. La sua musica è stata la sua vita. La sua musica ha contribuito, come per magia, a salvare altre vite umane ed accelerare la fine della guerra. Questa è la storia di David Kirkpatrick, l’eterno boy scout di Girvan che arrivo’ dal cielo in kilt sul Cusna.
LA STORIA DI OPERAZIONE TOMBOLA - PARA' INGLESI E PARTIGIANI ALL'ASSALTO DISTRUSSERO IL COMANDO La notte del 27 marzo 1945 cento tra paracadutisti britannici del 2 battaglione dello Special Air Service, i partigiani della squadra speciale Gufo Nero, garibaldini e russi attaccarono a Botteghe d’Albinea il Comando avanzato del 51° Korps e la V Sezione del comando generale tedesco in Italia. Lì a Villa Rossi e Villa Calvi si trovava il “cervello” del lato occidentale della Linea Gotica con uffici cartografici ed il collegamento telefonico con Berlino. L’operazione partì ai primi di marzo con il lancio di decine di paracadutisti alleati ai piedi del Cusna. Il 25 marzo il gruppo si riunì a Valestra per scendere a piedi dalle montagne. Il 26 marzo dormirono a Cà del Lupo ed alle 2 di notte lanciarono l’attacco al comando al suono di una cornamusa. Questo per far sapere ai tedeschi che gli inglesi erano alle porte. Il comando fu distrutto. Morirono tra i 30 e 60 nazisti (se fosse stata attuata una rappreseglia questo significava non meno di 300 civili uccisi) e 3 inglesi : James Arthur Riccomini, Stanley Bolden, Sidney Guscott. Fu ferito anche il comandante dei Gufi Neri Glauco “Gordon” Monducci ed il capitano inglese Mike Lees del SOE,i servizi segreti dediti alle azioni di speciali. I tedeschi pero' dal momento che trovarono solo tre paracadutisti inglesi tra i morti ed udirono l'inconfondibile suono della cornamusa considerarono l'attacco primariamente come opera degli ingles evitando la rappresaglia contro i civili. Lo scorso marzo dopo mesi di ricerche sono stati ritrovati quattro reduci che presero parte all'Operazione: Bruno “Bruno” Gimpel (Gufo Nero), Roberto “Fanfulla” Trinelli (26a brigata garibaldini), Giovanna “Libertà” Quadreri (Gufo Nero) e Gino “Gino” Beer (Gufo Nero).
Matteo Incerti (diritti riservati)
Pubblicato su IL RESTO DEL CARLINO - Edizione Reggio Emilia 15 luglio 2010
REGGIO NEL WEB - 16 luglio 2010
Foto: archivio personale famiglia David e Lee Kirkpatrick. Per la pubblicazione o l'utilizzo contattare l'autore dell'articolo.
giovedì 8 luglio 2010
Legge bavaglio e lotta alla mafia al Nord - intervista al Pm Marco Imperato
Intervista realizzata per Radio Bruno e messa in onda il 9 luglio 2010.
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