giovedì 15 maggio 2008

Banche & Inceneritori: bruciare conviene solo se paga il cittadino...


Inceneritori ? Sì.... solo con gli incentivi pubblici pagati dai cittadini. Aiuti che, è giusto ricordarlo, sono illegali per l’Unione Europea. Nel 2004 e 2005 il Servizio Ricerca di MCC Spa , appartenente al Gruppo Bancario Capitalia (che nella propria attività intratteneva rapporti creditizi con Acegas-Aps Spa, Enertad Spa, Hera Spa e anche attraverso MCC con ASM Brescia oggi A2A Spa) diede alle stampe un rapporto “Light My Fire- Il mercato dei rifiuti in Italia” dove in più paragrafi veniva chiaramente spiegato ai futuri investitori come gli incentivi pubblici forniti all’incenerimento di rifiuti nonbiodegradabili fosse di fondamentale importanza per la costruzione di questi impianti. Nel rapporto a pagina 9 si legge chiaramente. “Lo sviluppo del waste to energy resta comunque strettamente dipendente dalla presenza di forme d’incentivazione – quali in particolare l’applicazione della tariffa incentivata Cip6/92 per gli impianti accreditati e il riconoscimento di certificati verdi – che rappresentano le variabili cruciali per l’equilibrio economico finanziario della maggior parte delle iniziative”. Ed ancora “La rilevanza degli incentivi per la profittabilità dei termovalorizzatori è testimoniata dalla tendenza, manifestata da diversi operatori del settore, a procedere al revamping dell’impianto dopo la scadenza dell’incentivo, al fine di continuare a percepire questa ulteriore componente di ricavo”.Tre anni più tardi Capitalia si trasforma in Unicredit ma l’analisi non cambia. Il 29 febbraio un analisi su Actelios, la società del gruppo rileva che la capacità produttiva di Actelios dovrebbe triplicare nei prossimi anni, grazie anche alla costruzione di tre inceneritori in Sicilia. Questo insieme alla protezione offerta dalle tariffe incentivate CIP6 che “regala agli investitori una buona combinazione tra difensivismo e potenziale crescita”. Gli analisti di Unicredit, nonostante i contributi Cip6 siano stati aboliti per i futuri impianti dalla finanziaria 2007, ritengono che “l’approvazione governativa per il loro sviluppo non tarderà arrivare tenendo conto che la recente crisi dei rifiuti campani ha già spinto le autorità a concedere gli incentivi Cip6 ad un impianto simile a quelli di Actelios che ancora deve essere costruito ad Acerra”. Inoltre “ le decisioni finali sui progetti non saranno più prese da Pecoraro Scanio, ministro uscente, che fin dall’inizio si è mostrato contrario alla costruzione dei termovalorizzatori” (http://www.soldionline.it/a.pic1?EID=21270 ). L’ultimo appello per i contributi pubblici a favore di 17 inceneritori da costruire al Sud? Arriva da Confindustria. Sul Sole 24 Ore del 23 marzo (“Inceneritori senza risorse, allarme delle imprese per gli incentivi cip6”), così parlava Paride De Masi, coordinatore del Gruppo Rinnovabili di Confindustria: “senza questi contributi le banche sospenderanno i pagamenti del project financing”.
Matteo Incerti (pubblicato su rivista Valori - numero maggio 2008)

3 commenti:

Paolo Marani ha detto...
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Paolo Marani ha detto...

Se una cosa, qualsiasi cosa, ha senso solo con continui contributi pubblici, sulla lunga distanza non è sostenibile, nemmeno se per assurdo facesse bene alla salute.

Stop ai contributi pubblici, unica maniera per dare risalto alle pratiche veramente positive per la tutela del nostro territorio, e stimolare l'economia ad elaborare modelli alternativi più sostenibili.

davidemarchiani ha detto...

Ci avevi preso! A maggio hai scritto che gli analisti di Unicredit sapevano che gli aiuti agli inceneritori sarebbero tornati. E infatti abbiamo visto che avevano ragione.