martedì 15 agosto 2000

Zante, i Dogi abitano ancora qui


ISOLA DI ZANTE (GRECIA ) Zante, la Serenissima dello Ionio. Sono passati più di duecento da quando Venezia lasciò i Domini del Levante Veneto. Due secoli, nei quali le furie di centinaia di terremoti (il più disastroso nel 1953), hanno distrutto gran parte del patrimonio artistico, storico e militare costruito in quattro secoli di governo dei Dogi. Nonostante tutto, ancora oggi, l'isola natale di Ugo Foscolo, affonda una buona parte della propria cultura nel passato veneto. Tassis Tsoukalas, l'abitante più vecchio dell'Isola, con i suoi 108 anni è l'ultimo testimone indiretto di quel periodo. Nato nel piccolo paesino di Orthones, incastonato tra le montagne, il 17 luglio 1892 ("ma all'anagrafe sono stato registrato solo cinque anni più tardi"), ricorda le testimonianze dei nonni e dei vecchi del villaggio. "Venezia non governava più da un pezzo durante la mia adolescenza - spiega con una incredibile lucidità- ma rammento i racconti tramandati dai miei nonni". "I veneziani, come tutte le popolazioni italiane sin dal tempo dei romani, hanno sempre avuto un buon rapporto con noi greci, hanno lasciato un buon ricordo, erano brava gente". Spronato da altri ottuagenuari che lo circondano nella taverna di sua proprietà, Tassis Tsoukalas, ci svela poi il suo piccolo elisir di lunga vita, ed il suo sogno da ultracentenario. "Se dovessi rivivere un'altra volta - ci dice con un dolce sorriso sdentato - farei quello che in realtà è stato il mio vero vero mestiere: giocare a carte e vincere. È per questo che mi piacerebbe visitare Venezia, e magari giocare al Casinò". "A 14 anni imparai a giocare a 'Le chemin de Fer' da allora ho quasi sempre vinto, grazie alla mia abilità nel contare le carte nel mazzo "."Ufficialmente ero un pescatore, in realtà la mia fortuna è stato giocare e vincere a carte tutta la vita". "Mia moglie mi dava mezza dracma per comprare il sapone, la giocavo a carte e la moltiplicavo". "Nel 1953 , dopo il terremoto, giocai 3 dracme e ne vinsi 19.000".Con quella vincita d'azzardo, Tassis si costruì ad Orthiones una casa ed la bottega-taverna, oggi affidata al più "giovane" fratello di 96 anni. Nell'anno del disastro, che paradossalmente tanta fortuna portò al longevo Tassis, l'unica chiesa risalente all'epoca veneziana, che sopravvisse alla furia distruttiva, fu quella di San Nicola di Molos. Costruita nel 1561 dall'associazione dei marinai, resistette alle onde d'urto del 9 grado della scala Richter. Si salvò anche la più moderna San Dionysios, chiesa a tre navate intitolata al Santo Patrono dell'Isola. Edificata nel 1925 dal professor Orlando, è caratterizzata ancora oggi dal campanile che ricorda quello della Basilica di San Marco. Non rimasero che macerie invece della bellissima Chiesa di San Marco (risalente al 1518) con le sue opere d'arte, del Forte Veneziano sovrastante la città e di tantissime ville appartenute a nobili veneziani, oltre ad una miriade di altre chiese di centri minori. Per osservare questi gioielli di un tempo, oggi non restano che le sbiadite e malinconiche fotografie della Zante che fu, esposte nella Biblioteca Comunale. Pur feriti nel cuore , con minuziosa precisione, gli abitanti di Zante negli anni post-terremoto hanno ricostruito la loro isola il più possibile simile a come era prima. Così se nel Golfo di Laganas, a mezzo chilometro dalla spiaggia, si può nuotare con le famose tartarughe Carretta Carretta, addentrandosi sulle verdi colline ed i paesini interni, si scopre d'incanto un piccolo "Veneto" in terra ionica. Decine di chiese e campanili riportano immediatamente alla memoria quello più celebre di Venezia, anche lo stile delle case comuni è simile a quello delle classiche ville venete. Sparsi tra gli uliveti, si scorgono i pozzi veneziani del quindicesimo secolo. Pozzi, che hanno fatto la fortuna dell'isola, una delle poche in Grecia a non soffrire di siccità. Piazza San Marco e l'omonima chiesa, pur priva dei gioielli di un tempo, sono ancora il cuore della città. Grazie all'intervento dell'Unione Europea, con i fondi dei programmi interregionali, il Forte Veneziano, ancora adornato sulle mura da diversi Leoni di San Marco, viene restaurato giorno dopo giorno. Oggi, è una delle maggiori mete turistiche ed offre un panorama da mozzafiato sulla città ed il suo golfo. Poco visitato e valorizzato è invece il "Museo della Resistenza". Situato in Situato in poche stanze al pian terreno della Biblioteca., per accedervi è necessario chiedere al custode di aprire le porte. Conserva tra scaffali polverosi, testimonianze del recente periodo dell'occupazione nazifascista e quelle più antiche rispettate dalla popolazione, inglesi e veneziane, con documenti e stampe risalenti all'epoca dei Dogi. Nessuna traccia invece, dell'occupazione turca. Segno del pessimo ricordo lasciato sull'Isola e di una tensione che si avverte ancora oggi in tutta la Grecia. Oltre ai monumenti, un indissolubile "cordone ombelicale" con Venezia ed il Veneto, è il Carnevale. Come nelle altre isole Ionie, coinvolge migliaia di abitanti. Della durata di 14 giorni, inizia con il "Piccolo Karnavali" al quale partecipano tutti i bambini di Zante. L'ultima domenica di Carnevale i cittadini vestiti con maschere tradizionali ballano nelle strade della città e dei paesini fino a tarda notte.

Matteo Incerti

(Pubblicato su IL GAZZETTINO - pagina nazionale Cultura il 15.08.2000)


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