mercoledì 8 maggio 2002

Omicidio Pim Fortuyn: in migliaia di fronte all'abitazione

AMSTERDAM -"5 maggio 1945, festa della democrazia e della liberazione dell'Olanda dal nazismo. 6 maggio 2002 fine della democrazia"."6 Maggio giorno dell'intolleranza". Queste parole, scritte sul forum internet del quotidiano "Volkskrant" da due cittadini comuni, racchiudono lo stato d'animo di ansia e sconcerto che pervade la società olandese dopo l'assassinio di Pim Fortuyn. In una monarchia costituzionale dove la regina Beatrice per festeggiare la "sua" festa il 30 aprile di ogni anno cammina liberamente tra cordoni di folla e dove quasi nessun ministro gira con la scorta, se si esclude il primo ministro, l'uccisione del leader xenofobo ha causato un vero e proprio shock collettivo. Gli unici momenti in cui le armi e la follia sembravano aver preso il sopravvento sul dibattito politico, furono gli attentati degli anni '70 di gruppi estremisti delle Molucche del Sud e l'agguato dinamitardo negli anni'80, in cui rimase paralizzata la moglie di un altro leader dell'estrema destra olandese, il neofascista Janmaat. "Da oggi l'Olanda non sarà mai più lo stessa" sentenzia e si sfoga un altro cittadino sul forum del Volkskrant. Intanto nelle strade de L'Aja ed a Rotterdam, i sostenitori più estremisti di Fortuyn sfogavano la loro rabbia sfasciando auto e vetrine. Nella capitale olandese centinaia di manifestanti hanno tentato di entrare nel Parlamento. Davanti alla casa di Pim Fortuyn nel centro di Rotterdam, diverse migliaia di persone sono passate a deporre fiori, lettere, sciarpe e bandiere olandesi e del Feyenoord la squadra di calcio della sua città. In oltre 5.000 hanno già firmato il registro di condoglianze presso il consiglio comunale di Rotterdam. Sul sito Internet della Lista Pim Fortyun, oltre 15.000 persone ieri mattina avevano già firmato il registro di condoglianze telematico. Anche i suoi più acerrimi avversari come il leader del partito di estrema sinistra Jan Marijnissen hanno espresso un dolore sincero. "Da lui mi divideva tutto, ma era una persona anti-conformista, che credeva veramente nei suoi ideali ed ha pagato per questo". "Ha perso la democrazia, oggi l'Olanda è in lutto" ha detto il leader dei liberali del Vvd Dijckstal. "Era un nemico della convivenza, ma non si può contrastare l'intolleranza con la violenza" ha dichiarato il rappresentante della comunità marocchina Abdou Menebhi. Dolore è stato espresso anche dai rappresentanti della comunità ebraica, dal quotidiano omosessuale Gaykrant e dalla squadra di calcio del Feyenoord della quale il politico era un tifoso. Tutta la campagna elettorale è stata sospesa ed i siti Internet di tutti i partiti, dai socialisti del Pvda, ai liberali di sinistra del' D'66 fino agli ex compagni di partito di Leefbarr Nederland sono listati a lutto annunciando come hanno fatto i Verdi "lo schiaffo alla democrazia". Secondo i sondaggi, il 70% della folta comunità dei gay olandesi voterà per il partito di Fortuyn.
Matteo Incerti
(IL GAZZETTINO 8 Maggio 2002)

Omicidio Pim Fortuyn : il ritratto

AMSTERDAM - Pim Fortuyn, un fantasma sulle elezioni. Il 15 maggio il nome del controverso sociologo assassinato lunedì, apparirà due volte sugli schermi elettronici siti all'interno delle moderne cabine elettorali della ferita democrazia olandese. Sarà nel nome del partito denominato pannellianamente "Lijst Pim Fortyun". Si farà vedere di nuovo lì, sugli schermi degli elettori, come capolista in tutte le circoscrizioni. Forse il governo deciderà di far cancellare il suo nome tra i candidati, ma probabilmente è troppo tardi. Così ognuno dei 14 milioni di cittadini chiamati alle urne, una volta in cabina sarà di fronte al dramma collettivo che sta sconvolgendo i Paesi Bassi. Trascinata dal tragico "effetto martirio", la sua lista populista con fortissime venature xenofobe, potrebbe balzare ben oltre il 15% dei consensi della quale sino a lunedì era accreditata. Fortuyn era il leader carismatico della sua formazione. Per il futuro non si intravede una figura in grado di raccoglierne l'eredità. Ma il suo barbaro assassinio, in occasione del voto del 15 maggio potrebbe trasformare le elezioni in una sorta di referendum pro o contro la sua controversa figura. La fugace parabola del sociologo di Rotterdam, ex marxista e omosessuale dichiarato, era iniziata paradossalmente a fine gennaio, quando il "professor Pim" fu cacciato per le sue posizioni estremiste dal movimento Leefbaar Nederland, Olanda Vivibile, del quale era stato eletto segretario qualche settimana prima. "At your service", "Al vostro servizio" aveva scandito ai delegati scattando nel saluto militare. Questi a maggioranza, poco dopo lo misero "fuori servizio". Defenestrato politicamente nel clamore dei media, aveva iniziato da lì la sua scalata. Abile polemista e fine conoscitore delle tecniche comunicative, a marzo aveva raccolto il primo successo con la sua lista "Rotterdam Vivibile": 34\% dei voti, prima forza politica nella città di porto più grande d'Europa. Poche settimane dopo, il lancio della "Lista Pim Fortuyn", con gli ex compagni di partito di Leefbaar Nederland fermi a 3 seggi nei sondaggi e lui a veleggiare verso i 25 deputati. Più che ad un Le Pen o un Haider, Fortuyn era assimilabile al nostra Guglielmo Giannini o al populista belga Rossem, che nei primi anni'80 sconvolse brevemente il Belgio, per poi finire la carriera in prigione come evasore fiscale e truffatore. Abile comunicatore e populista senza freni, Fortuyn diceva di ispirarsi a Berlusconi e detestare sia "l'estrema destra, che l'estrema sinistra". Non gli piacevano nemmeno i neonazisti del Vlaams Blok fiammingo. Lo scriveva in prima pagina sul suo sito. Del resto lui, gay dichiarato dall'aspetto ed anche i modi a volte dannunziani, che in una intervista aveva dichiarato senza pudore di apprezzare l'arte del "sesso gay sadomaso, al buio con ragazzi ventenni", affermava di non volere gli islamici in Olanda nel nome dei diritti omosessuali. A giorni alterni, sempre contro l'Islam, diceva pure di difendere i diritti delle donne. Ma prendendosela un mese fa con una giornalista della Nos Tv che lo paragonava a Le Pen, l'aveva apostrofata davanti alle telecamere con un "le donne devono stare in casa a cucinare" che aveva fatto infuriare l'intera Olanda. Profeta del "pensiero semplice" e dello slogan, in una società complessa come quella occidentale di oggi, aveva conquistato l'elettorato dei ceti popolari e meno istruiti oramai schierati con lui. Tra gli studenti universitari solo il 4% rileva un recente studio, è pronto a votare le sua lista. Ma nei quartieri popolari di Amsterdam, Rotterdam circa la metà dei giovani era con lui. Innamorati dei suoi slogan : "L'Olanda è piena", "No all'islamizzazione", "Un overdose per i drogati". "Lo slogan è il ddt del pensiero" scriveva Giovannino Guareschi, ma i cittadini alle prese con le paure di chi vive nei quartieri poveri di periferia e di una società sempre più articolata, non hanno tempo per attendere risposte complesse e aspettano sempre il "salvatore della patria".
Matteo Incerti
(Gazzettino, pagine Esteri 8 maggio 2002)