giovedì 13 dicembre 2007

Sciopero dei Tir ? La rivincita di prodotti locali e 'filiera corta'


REGGIO EMILIA -La rivincita della ‘filiera corta’. Mentre nei supermercati scarseggiano latte ed altri generi alimentari, chi ha adottato soluzioni alternative legate alla produzione locale in questi giorni non risente dello stop imposto dalla sciopero degli autotrasportatori. Un esempio su tutti è quello del latte fresco di giornata distribuito ‘alla spina’ con distruttori automatici. Si arriva lì con una bottiglia di vetro e si ricarica. 1 euro al litro. Tra città e provincia ci sono sette distributori ( Roncadella, Villa Curta, in centro in via del Guazzatoio, Villa Cella, a Novellara, Mandrio di Correggio, Ghiardo di Bibbiano, Castelnuovo Monti). Tutti stanno registrando forti incrementi.
“Negli ultimi giorni vendiamo il 30% più del solito, e tra l’altro la gente scopre che il latte costa meno, viene qui con la sua bottiglia di vetro e ricarica” conferma Andrea Gianferrari della bottega Sigma di via del Guazzatoio. “Registriamo incrementi anche a Roncadella e anche dei prodotti a vendita diretta” dice Paolo Crotti dell’azienda agricola Podere Giardino. “Anche i prodotti locali come il parmigiano reggiano, salumi,e vini non risentono dello stop” continua Gianferrari. “La filiera corta in questo frangente conferma tutta la sua convenienza ed il suo valore sociale, riduce i costi per i consumatori, ha un vantaggio per i produttori, aumenta la qualità e non dovendo tra l’altro diminuendo la mobilità delle merci su gomma contribuisce anche a ridurre l’inquinamento” dice il direttore di Coldiretti Reggio Gianfranco Drigo. Tommaso Dotti, della parrocchia di Albinea e responsabile provinciale del Comitato Acqua bene Comune affronta il tema acqua minerale. “Manca l’acqua in bottiglia in alcuni supermercati? La soluzione è l’acqua dei nostri acquedotti, più controllata e molto meno costosa”. E la mobilità ? Gli Amici di Beppe Grillo che due mesi fa avevano lanciato il sito internet degli Eco-pendolari rilanciano. “La crisi dell’approvvigionamento dei carburanti ci può far riflettere sulle alternative. Ci sono già 40 percorsi disponibili casa-lavoro-casa sul nostro sito utilizzati da persone che condividono l’auto” dice Vito Cerullo, impiegato da Campegine che per venire al lavoro a Reggio condivide l’auto con altre persone. “Inoltre nel raggio di 3-4 chilometri il mezzo migliore per muoversi in città è la bicicletta, senza dimenticare treni ed autobus” conclude.
Matteo Incerti ( Il Resto del Carlino-edizione Reggio Emilia 13 dicembre 2007)

mercoledì 14 novembre 2007

Basta truffe, l'UE non dia piu' fondi allo Stato italiano


STRASBURGO- “Bloccate i fondi dell'Unione Europea all'Italia è come darli a Bokassa nel 2006 abbiamo avuto il primato europeo in frodi con 318 milioni di euro”. Così Beppe Grillo, internvenuto ieri al Parlamento Europeo di Strasburgo insieme al pm Luigi De Magistris ed al giornalista Marco Travaglio. “Vi chiedo aiuto – ha detto Grillo di fronte ad una aula prenotata dall'eurogruppo dei Verdi/Ale e dall'eurodeputato Giulietto Chiesa- date un segnale questo sistema di sovvenzioni droga il mercato, la gente non sa nulla in Italia di tutto ciò, avvengono truffe fatte da società costruite appositamente, dai dati della Commissione emerge che utiliziamo solo il 43% dei fondi a disposizione e li utilizziamo moltissime volte male. Serve un sistema di controllo dal basso via internet per monitare ogni fondo”. Ad ascoltare il 'trio', insieme a funzionari e diversi cittadini dei Meet Up di Bruxelles ed Amsterdam, diversi eurodeputati dall'ex sindaco di Milano Gabrile Albertini , ai radicali Marco Pannella e Marco Cappato, dalla copresidente dei Verdi Monica Frassoni, al belga Bart Staes che fa parte della commissione antifrodi e Claudio Fava e Catania del Prc. Fava e Catania hanno criticato Grillo accusandolo di “qualunquismo”. Risposta di Grillo Fava. “Fai la filosofia della politica il mondo reale è un altro”. Cappato invece ha “ promosso l'idea di controlli via internet da parte degli iter dei finanziamenti per evitare magari come successo che un bando per un corso di formazione per autotrasportari sia gestito da una lavandaia”.
L'eurodeputato belga Staes ha invece informato che “la Commissione anti-frodi a del Parlamento Europeo marzo sarà in Sicilia per far luce su diversi fondi” invitando il comico e chi volesse a seguire da vicino la vicenda. De Magistris non ha voluto rilasciare dichiarazioni in merito alle inchieste che gli state avocate ma ha spiegato i meccanismi con i quali si attivano le frodi comunitarie. “Il problema dei fondi – ha spiegato agli eurodeputati – sono le società miste pubbliche private. In Calabria mi sono trovato ad imbattermi in situazioni che hanno a che fare con finanziamenti pubblici collaborando con l'Olaf la commissione anti frodi del Parlamento europeo che si è sempre ben attivata”. “Nelle società miste pubbliche private – ha detto De Magistris- ci sono politici che lottizzano come ai vecchi tempi con un esponente per ogni formazione tranne estrema destra ed estrema sinistra, ma anche nella parte privata troviamo imprenditori, uomini d'affari a volte legati agli stessi uomini politici e talvolta società che hanno legami con la n'drangheta”. Per il magistrato di Catanzaro “Il tema è che le società che vengono fatte lavorare quelle che usufruiscono di parte dei fondi, capita che stornino una parte verso terzi, così come le persone che vengono fatte lavorare, che diventano serbatoi di voti”. Conclusione. “Alla fine se l'Ilita non realizza le opere finanziate con i denari Ue viene pure multata, in Calabria tra il 2007 e 2013 dovrebbero arrivare 9 miliardi di euro di contributi”.

Matteo Incerti
(Il Resto del Carlino-Il Giorno-La Nazione 14 Novembre 2007 pagine Interni)

martedì 13 novembre 2007

De Magistris a Strasburgo: "Così politici, imprenditori e criminalità truffano l’Unione Europea"


STRASBURGO 13 Nov. 07- Il Pm De Magistris non ha voluto rilasciare dichiarazioni in merito alle inchieste che gli state avocate, ma ha spiegato i meccanismi con i quali si attivano le frodi comunitarie davanti ad una ventina eurodeputati anche stranieri e diversi giornalisti sia italiani che di altre nazioni. “Il problema dei fondi – ha spiegato agli eurodeputati – sono le società miste pubbliche private. In Calabria mi sono trovato ad imbattermi in situazioni che hanno a che fare con finanziamenti pubblici collaborando con l'Olaf, la commissione anti frodi del Parlamento europeo che si è sempre ben attivata”.
“Nelle società miste pubbliche private – ha detto De Magistris- ci sono politici che lottizzano come ai vecchi tempi con un esponente per ogni formazione tranne estrema destra ed estrema sinistra, ma anche nella parte privata troviamo imprenditori, uomini d'affari a volte legati agli stessi uomini politici e talvolta società che hanno legami con la n'drangheta”.
Per il magistrato di Catanzaro “Il tema è che le società che vengono fatte lavorare quelle che usufruiscono di parte dei fondi, capita che stornino una parte verso terzi, così come le persone che vengono fatte lavorare, che diventano serbatoi di voti”.
Conclusione. “Alla fine se l'Italia non realizza le opere finanziate con i denari Ue viene pure multata. E' un settore sul quale ci vuole la massima trasparenza in quanto in Calabria tra il 2007 e 2013 dovrebbero arrivare 9 miliardi di euro di finanziamenti pubblici”.
A sostegno di De Magistris anche Beppe Grillo presente all'incontro a Strasburgo che ha dichiarato (intervistato da ReggioNelWeb): "Bloccate i fondi europei all'Italia: è come darli a Bokassa".
Grillo ha chiesto provvedimenti drastici all’Europa nei confronti dell’Italia. “Ci aiuti, blocchi I fondi per i progetti, siamo leader nelle truffe finiscono a mafia e partiti non ai cittadini”. “E’ come una partita di giro dove i cittadini non vedono niente, noi italiani non siamo in grado di controllare nulla per questo chiedo di bloccarli non siamo la Danimarca o l’Olanda”.
Ma in Emilia Romagna ci sono stati finanziamenti europei che hanno portato a risultati. “Certo ci sono anche esempi positivi – ha detto- ma il sistema delle sovvenzioni droga il mercato” . “Le esperienze ci insegnano che gli aiuti europei siano finiti alle multinazionali non direttamente a cittadini o chi li doveva ricevere, guardiamo l’agricoltura o la pesca che con le sovvenzioni è andata in rovina”. L'Italia nel 2006, è risultata il paese del vecchio contininente dove sono state scoperte più frodi all'Unione Europea. In totale 318 milioni di euro.

Matteo Incerti

(Reggio nel Web - 15-11-2007)


CLICCA QUI per seguire l'intervento integrale di Luigi De Magistris al Parlamento Europeo.


CLICCA QUI per ascoltare l'intervista audio di Matteo Incerti a Beppe Grillo durante l'incontro a Strasburgo.

venerdì 26 ottobre 2007

Morì per l'amianto, maxi risarcimento di 643.134 euro


643.134 euro più interessi, per risarcimen to dei "danni biologico e morale" causato
dall'amianto che portò alla morte, nel giugno 1997, dell'allora 52enne Anna Ferretti di Castelnuovo Sotto , che dal 1970 al 1987 lavorò come operaia presso l ' allora Itamiant Landini .E' questa la cifra record che la Landini spa dovrà pagare al marito ed i due figli dell'operaia dece -
duta dopo una drammatica e dolorississima malattia che non le lasciò scampo. La decisione è arrivata due giorni fa da parte del giudice del lavoro Marcella Angelini Chesi, che così si è pronunciata sul caso di risarcimento presentato dai legali Mariacarla Borghi e Marco Fornaciari per conto della famiglia Di Lorenzo. Al marito ed i due figli della vittima verranno riconosciuti 198 .000 euro ciascuno a titolo di danno morale e patrimoniale iure proprio. Altri 32 .054 euro dovranno essere riconosciuti per danno biologico e morale iure hereditario .
17.080 invece le spese processuali da sostenere. La battaglia dell'avvocato Borghi si è conclusa con una sentenza che è storica per la nostra provincia. E' la prima volta che una ditta reggiana dovrà risarcire danni causati dall ' utilizzo dell'amianto sul posto di lavoro .
In Italia sono pochissime poi le sentenze simili a questa ed il caso potrà fare giurisprudenza .
La battaglia all 'interno delle aule si è disputata contrapponendo dal 2000 ad oggi carte, studi e testimonianze prodotte dalle due parti . Decisivi con ogni probabilità sono stati sia i dati statistici
dall'Inail sui malati presso la Landini spa, che le testimonianze e gli studi sulla mortalità d'amianto in Emilia Romagna condotti nel 1992 dal dottor Claudio Giaroli e dal dottor Roberto Poletti per conto dell'Istituto Superiore della Sanità e le Usl di Reggio, Scandiano
Carpi e Correggio. «E' una sentenza storica e che fa giustizia su tante illazioni
che si erano fatte su questa materia — commenta l'avvocato Marco Fornaciari — e che non tenevano conto delle istanze dei lavoratori i quali avevano capito a di -
stanza di tempo quanto fosse pericoloso manovrare l'amianto» .
«Purtroppo i datori di lavoro secondo noi sapevano del pericolo — continua Fornaciari — e probabilmente non ne avevano avuto una perfetta coscienza anche se l a
letteratura medica aveva reso loro edotti di quanto fosse altamente pericolosa l'amianto e la sua lavorazione». «Questo caso — ha spiegato l'avvocato Mariacarla Borghi — ha creato un precedente per quello che riguarda la Landini che era l'azienda principale per Castelnuovo Sotto,
dove che gran parte degli abitanti lavoravano od hanno lavorato» .
«Viene finalmente riconosciuto il diritto di questi lavoratori o purtroppo di eredi di lavoratori —
continua la Borghi —ad un risarcimento del danno per l'inosservanza di normative che anche se
fino ad un certo periodo non prevedevano sanzioni perchè l'amianto non era ancora riconosciuto
fuorilegge era comunque già noto il suo forte fattore cancerogeno».
L'avvocato che ha seguito giorno dopo giorno la causa, in questi sette lunghi anni ripercorre la vicenda.«E' stato un lungo percorso, i l procedimento di risarcimento è
iniziato nel 2000, dopo che la signora era deceduta nel 1997 dopo un decorso molto rapido di alcuni mesi a causa di un mesotelioma che è un tumore sentinella in quanto è presente solo
in caso di presenza d'amianto» spiega l'avvocato Borghi. La segnalazione dell'Inail al giudice che seguiva il caso è stata probabilmente decisiva per la sentenza finale .
«Almeno 47 casi di malatti e dell'apparato respiratorio e tra questi anche sei casi di mesotelioma
presso la Landini di Castelnuovo Sotto sono state denunciate e l'Inail ha trasmesso una not a
al giudice che ha preso atto della situazione» . La 'lista della morte e delle malattie' però non potrebbe fermarsi qui putroppo . «L'Inail ha riportato 47 casi al 2002, e quindi non è escluso che ne siano emersi degli altri» conclude l'avvocato Borghi .

Matteo Incerti (Il Resto del Carlino, edizione Reggio Emilia 26/10/07)

Amianto: quarantasette lavoratori nella 'lista delle morte'



SONO quarantasette i casi di lavoratori della Landini di Castelnovo Sotto che hanno contratto malattie anche mortali dovute probabilmente all'esposizione da amianto, accertate dall'Inail fino al 2002 . Sei i casi accertati di mesotelioma, una forma di cancro ai polmoni mortale che non lascia scampo e condanna uomini e donne ad una aspettativa di vita massima di 16 mesi .

Casi riconosciuti dall'Inail tra il 1991 ed il 1997 e che hanno colpito addetti alla produzione di manufatti, alla produzione canne e tubi, di canne fumarie, al carico di automezzi ed anche una impiegata amministrativa che pur lavorando lontano dalle zone più a rischio è con ogni probabilità è rimasta esposta alle polveri, nanopolverie fibre d'amianto rilasciate sia dai sacchi di amianto che dai processi di lavorazione . Altri tre i casi conclamati di
cancro . Un addetto alla finitura delle vasche ha contratto un carcinoma polmonare riconosciuto
nel 1991, un altro lavoratore che seguiva la confezione tubi una neoplasia intestinale ed un operaio che seguiva la sbavatura manufatti un carcinoma all'esofago. Tantissimi i casi di asbestosi polmonare, che come spiega l'avvocato Mariacarla Borghi «è una malattia sentinella della presenza di amianto» . L'Inail ne ha contati ben 21 casi al 2002 . Alcuni di questi potrebbero trasformarsi in ben più gravi malattie .

Sei invece i casi di Placche pleuriche accertate e 10 quelli di bronco da silicati . Tra i vari operai della ditta, dai registri dell'Inail forniti durante il processo, è stato infine rilevato un caso di silicosi . Dopo la sentenza del giudice del lavoro Marcella Chesi, per questi lavoratori della Landini o i familiari in caso di morte è molto alta la possibilità di vedersi riconosciuti indennizzi per i danni subiti .
Matteo Incerti (Il Resto del Carlino, ed. Reggio Emilia 26/10/2007)

mercoledì 24 ottobre 2007

Intervista a Emma Mercegaglia su nucleare, cip6, risparmio energetico

Dottoressa Marcegaglia lei si occupa dei temi energetici ed ambientali per conto di Confindustria della quale è vicepresidente nazionale. Quali sono le vostre richieste su questo tema ?
"Oggi il tema dell'energia è un tema molto sentito. Noi abbiamo un prezzo dell'energia che è ancora del 30-40% superiore rispetto alla media europea.Questo è un fattore che incide molto negativamente sul fattore della competitività del nostro Paese. Come Confindustria stiamo lavorando molto su questo. E' necessario spingere sugli investimenti per le infrastrutture, per le centrali ad esempio per i rigassificatori perchè oramai l'Italia produce energia da gas e per abbassare il prezzo serve più gas. Siamo stanchi dei “no” continui, dei veti locali che stanno uccidendo l'Italia. Siamo anche a favore del mix di produzione, noi vogliamo che si riprenda un dibattito serio sul nucleare. Il nucleare è stato abbandonato negli anni (il 20 novembre 1987 dopo l'incidente alla centrale nucleare di Chernobyl in Italia lo sviluppo di questa fonte energetica fu vietata con tre quesiti referendari che videro rispettivamente l'80% , il 79% ed il 72% di consensi pari a 20 milioni di cittadini ndr) .Siamo certamente a favore del risparmio energetico, che se ben fatto può essere un fattore di innovazione delle imprese, siamo a favore delle rinnovabili e stiamo lavorando per una riforma del settore energetico che preveda più concorrenza e più trasparenza in questo settore, i prezzi sono anche più alti per un motivo di scarsa concorrenza".

Voi dichiarate che è necessario investire nuovamente sul nucleare. Da dati della Commissione Europea però il mercato energetico da qui al 2030 in questo settore farà registrare un – 22,5% (leggi qui pg. 39 bollettino EUWatch gruppo EDD ) e la Germania ha già deciso di uscire dall'energia atomica. Cosa ne pensate ?

“E' vero la Germania ha deciso di abbandonarlo, ma allo stesso tempo la Finlandia sta investendo in una nuova centrale nucleare, la Francia sta investendo nel nucleare. C'è una riapertura del dibattito a livello europeo anche in Inghilterra. Noi non diciamo sì al nucleare a tutti i costi ma non accettiamo un “no” ideologico, bisogna avere costa più competitivo energia ed il nucleare è una formula che va certamente considerata, siamo ben consapevoli che ci sono problemi di scorie e di vario tipo però, l' Italia non può non essere al passo con il dibattito che c'è in tutto il Mondo".

In tema di energia c'è chi sostiene che prima di proporre la costruzione di nuove centrali sia necessario puntare ad una riduzione dei consumi e degli sprechi energetici attraverso il risparmio. Altrimenti sostengono 'sarà un cane che si morde la coda'. Cosa ne pensa ?

“Noi pensiamo che comunque vadano fatte le centrali. Però anche il risparmio energetico è un fatto serio. Come Confindustria abbiamo fatto uno studio serio su tutti i risparmi che si possono ottenere e c'è molto spazio su motori elettrici, co-ambientazione delle case sugli elettrodomestici. E' un tema sul quale puntiamo molto. La Finanziaria 2008 così com'è, non vede nessun incentivo al rispamio energetico, mentre c'erano nella precedente finanziaria in questa non ci sono è evidente che se si vuole fare un programma serio sul programma energetico bisogna avere delle leggi chiare che rimangono stabili per alcuni anni. (Per correttezza nei contronti dei lettori abbiamo controllato e la finanziaria 2008 prevede ancora incentivi sia per le rinnovabili che per il risparmio energetico )

A proposito di libera concorrenza. Si discute ancora dell'abolizione dei 'Cip6' (
leggi qui ), i finziamenti ( pari 3,1 miliardi di euro ndr) che dal 1992 dalle nostre bollette della luce dovevano andare alle fonti rinnovabili e sono finti in gran parte alle false rinnovabili (carbone, petrolio, inceneritori ndr). Già qualche anno fa l'allora Commissario UE alla concorrenza Mario Monti sosteneva che questi incentivi, forniti anche a chi secondo le norme UE non ne poteva godere, violavano la libera concorrenza e si prefiguravano come aiuti di Stato contro il Trattati UE (tra l'altro sono in corso procedimenti contro l'Italia per la violazione di norme UE ndr) . Cosa ne pensa ?

“Io penso che anche qui noi possiamo fare delle scelte per il futuro e ovviamente se si fa questa scelta non si fanno più Cip6 per il futuro. Ovviamente non possiamo andare a toccare i Cip6 di invesimenti che sono già stati lanciati che sono già stati finanziati e sono in corso. C'è un po' questo brutto vizio italiano di fare leggi retroattive, questo non si può fare, per il futuro credo che vadano riviste tutte le forme di incentivazione che non sono realmente in linea con le rinnovabili”

Ci sono state forti polemiche tra lei in rappresentanza di Confindustria ed il Ministro Pecoraro Scanio sul tema del Codice Ambientale

"Non è un problema di tensione personale. E' un problema serio. Il decreto correttivo della legge di delega ambientale del Ministro Matteoli ( legge delega di Matteoli che fu contestata da decine di docenti universitari , esperti ed associazioni ecologiste in quanto ritenuto una 'deregulation' che avrebbe danneggiato l'ambiente ndr) varato circa un anno fa da Pecoraro, noi l'avevamo definito anti-storico, contro le imprese. Grazie ad un forte lavoro fatto di commissioni parlamentari ed il contributo delle Regioni si era arrivato ad un testo accettabile. Ma c'è stato un ritardo nel mandare questo lavoro ed ora è decaduto e tutto è da iniziare da capo. Noi certo insistiamo perchè vogliamo normativa chiara e semplice non possiamo avere norme restrittive e logiche per le quali per avere risposte ci sono tempi troppo lunghi o peggio non ci sono risposte.Dobbiamo stabilire tempi certi entro i quali arrivino “si” o “no” e se arriva un “no”” chi lo da se ne deve assumere le responsabilità e pagarne le conseguenze per mancati investimenti" .

Oltre alla TAV, l'Alta Velocità di che cosa hanno bisogno la Pianura Padana e l'Emilia secondo voi ?
“Ha bisogno di autostrade ed ha bisogno di alcune strade statali che rappresentano dei colli di bottiglia. Quest'area ha bisogno di moltissime cose, di infrastrutture non si riecse più a produrre a spostarsi, i costi della logistica sono del 15% superiori alla media europea. Ci sono stati passi avanti in Finanziaria va riconosciuto con lo stanziamento di 5, 5 miliardi per le infrastrutture, ma è stato dato meno di quello che il Ministro Di Pietro aveva richiesto. In Italia non si è investito in autostrade e ferrovie noi negli anni '70 eravamo i primi e via via nel tempo siamo scivolati, dobbiamo recuperare servono più stanziamenti e leggi per non avere tempi biblici per le autorizzazioni"

Per Reggio Emilia, dove Confindustria ha avuto un ruolo importante nella realizzazione delle opere di Santiago Calatrava cosa può rappresentare la TAV per questo territorio ?

E' un fatto molto positvo. In tutta questa zona c'è un deficit delle infrastrutture importante che abbiamo stimato porta ad in un +15% di costi, quindi dobbiamo fare tutto il possibile per ridure questi costi causati da autostrade inefficienti, troppa poche merci e persone che vanno sulla ferrovia.abbiamo un problema a 360°.

Sembra essere polemica soprattutto con il Ministro per l'Ambiente Pecoraro Scanio
"il problema qui è uscire da questo no a tutto, l'interdizione a tutto non è che lo fa solo Pecoraro Scanio, in certi casi la fanno anche le autonomie locali, si dice no sempre a tutto, la sindrome del Nimby dove nessun tipo di infrastruttura nel proprio territorio".



Matteo Incerti

(pubblicata su Reggio nel Web 24.10.2007)

mercoledì 5 settembre 2007

"Questo modello industriale è finito"


«Il modello industriale attuale è finito . Dobbiamo ripensare tutto il modo di produrre e consumare insieme con cittadini, Comuni, Regioni e piccole e medie imprese protagoniste» . Un messaggio forte quello lanciato dall 'Aula Magna dell'Università di Modena e Reggio dal professor Allan Johansson, docente del Technical Research Centre of Finland , uno dei maggiori esperti ascoltati dalla Commissione UE . Intervenendo al convegno `Conversazioni su Ambiente e Sostenibilità' organizzato dall'assessore all'ambiente di Reggio Emilia Pinuccia Montanari insieme all'Ateneo, (evento che ha visto la partecipazione di decine di esperti), lo studioso è stato molto chiaro e deciso nel lanciare il suo messaggio su quale sia la via da seguire per i prossimi decenni.

Professor Johansson, i cambiamenti climatici in corso ci danno un quadro molto allarmante della situazione. Che cosa è necessario fare?
«Il modello industriale attuale è finito. Dobbiamo ripensare tutto il modello di produrre e consumare, non solo dei singoli prodotti, ma nell'insieme»
Facile a dirsi, ma come si può fare?
«I cambiamenti sono fondamentali e raggiungibil i tramite diversi stili di vita, stili che non significano meno qualità della nostra esistenza, ma al contrario possono migliorarla. Per noi e per tutto il Pianeta. Il ruolo dei cittadini è fondamentale in questo processo che non si può più rinviare»
A parole oggi si dicono tutti 'amici dell'ambiente', ma nei fatti se ne vedono di tutti i colori, petrolieri che fanno gli “ambientalisti”, produttori di auto che commissionano spot che fanno apparire questi mezzi come innoque scatolette che viaggiano tra verdi boschi e bianche ed innevate montagne...
«Non è possibile parlare di sostenibilit à ambientale e poi continuare con questo modello industriale che è finito»
Oltre al ruolo attivo dei cittadini chi può far scattare la 'molla' ?
«A livello economico le piccole e medie aziende tecnologicamente avanzate che riescono a muoversi prima delle grandi aziende per le loro strutture più snelle e possono fare da apripista per tutto il modello economico»
Immagina un cambiamento dal basso?
«Sì, attraverso la gente, con iniziative locali su diversi temi promosse dai Comuni , dalle Regioni e da tutte quelle piccole e medie aziende che sono specializzate in alta tecnologia» .
Da che cosa partirebbe ?
«La gestione del problema è multidisciplinare pensiamo all'energia che oggi è poco costosa e quindi viene sprecata in maniera pazzesca senza preoccuparsi delle conseguenze, ma siamo giunti a un punto dove non si può continuare a crescere più in questo modo con questo modello . E torniamo ai cambiamenti necessari in campo industriale »
Niente stop alle produzioni quindi?
«Nessuno vuol fermare la produzione, ma bisogna cambiare il modo di produrre, utilizzando meno energia, sprecando meno risorse, producendo meno imballaggi che poi diventano rifiuti»
Ma torniamo al punto di partenza :servono i cittadini . .
«Certo, finchè si continuano a comprare tre auto in famiglia, a dirsi ambientalisti ma utilizzare l'auto anche quando si potrebbe usare la bicicletta o andare a piedi, a non differenziare e riciclare i rifiuti e a sprecare energia e acqua risorse e materie prime non possiamo fare molto . Gli individui sono fondamentali per questa rivoluzione . Tra l'altro ci saranno dei vantaggi su tutti i punti di vista» .


Matteo Incerti (rivista VALORI settembre 2007)