venerdì 26 ottobre 2007

Morì per l'amianto, maxi risarcimento di 643.134 euro


643.134 euro più interessi, per risarcimen to dei "danni biologico e morale" causato
dall'amianto che portò alla morte, nel giugno 1997, dell'allora 52enne Anna Ferretti di Castelnuovo Sotto , che dal 1970 al 1987 lavorò come operaia presso l ' allora Itamiant Landini .E' questa la cifra record che la Landini spa dovrà pagare al marito ed i due figli dell'operaia dece -
duta dopo una drammatica e dolorississima malattia che non le lasciò scampo. La decisione è arrivata due giorni fa da parte del giudice del lavoro Marcella Angelini Chesi, che così si è pronunciata sul caso di risarcimento presentato dai legali Mariacarla Borghi e Marco Fornaciari per conto della famiglia Di Lorenzo. Al marito ed i due figli della vittima verranno riconosciuti 198 .000 euro ciascuno a titolo di danno morale e patrimoniale iure proprio. Altri 32 .054 euro dovranno essere riconosciuti per danno biologico e morale iure hereditario .
17.080 invece le spese processuali da sostenere. La battaglia dell'avvocato Borghi si è conclusa con una sentenza che è storica per la nostra provincia. E' la prima volta che una ditta reggiana dovrà risarcire danni causati dall ' utilizzo dell'amianto sul posto di lavoro .
In Italia sono pochissime poi le sentenze simili a questa ed il caso potrà fare giurisprudenza .
La battaglia all 'interno delle aule si è disputata contrapponendo dal 2000 ad oggi carte, studi e testimonianze prodotte dalle due parti . Decisivi con ogni probabilità sono stati sia i dati statistici
dall'Inail sui malati presso la Landini spa, che le testimonianze e gli studi sulla mortalità d'amianto in Emilia Romagna condotti nel 1992 dal dottor Claudio Giaroli e dal dottor Roberto Poletti per conto dell'Istituto Superiore della Sanità e le Usl di Reggio, Scandiano
Carpi e Correggio. «E' una sentenza storica e che fa giustizia su tante illazioni
che si erano fatte su questa materia — commenta l'avvocato Marco Fornaciari — e che non tenevano conto delle istanze dei lavoratori i quali avevano capito a di -
stanza di tempo quanto fosse pericoloso manovrare l'amianto» .
«Purtroppo i datori di lavoro secondo noi sapevano del pericolo — continua Fornaciari — e probabilmente non ne avevano avuto una perfetta coscienza anche se l a
letteratura medica aveva reso loro edotti di quanto fosse altamente pericolosa l'amianto e la sua lavorazione». «Questo caso — ha spiegato l'avvocato Mariacarla Borghi — ha creato un precedente per quello che riguarda la Landini che era l'azienda principale per Castelnuovo Sotto,
dove che gran parte degli abitanti lavoravano od hanno lavorato» .
«Viene finalmente riconosciuto il diritto di questi lavoratori o purtroppo di eredi di lavoratori —
continua la Borghi —ad un risarcimento del danno per l'inosservanza di normative che anche se
fino ad un certo periodo non prevedevano sanzioni perchè l'amianto non era ancora riconosciuto
fuorilegge era comunque già noto il suo forte fattore cancerogeno».
L'avvocato che ha seguito giorno dopo giorno la causa, in questi sette lunghi anni ripercorre la vicenda.«E' stato un lungo percorso, i l procedimento di risarcimento è
iniziato nel 2000, dopo che la signora era deceduta nel 1997 dopo un decorso molto rapido di alcuni mesi a causa di un mesotelioma che è un tumore sentinella in quanto è presente solo
in caso di presenza d'amianto» spiega l'avvocato Borghi. La segnalazione dell'Inail al giudice che seguiva il caso è stata probabilmente decisiva per la sentenza finale .
«Almeno 47 casi di malatti e dell'apparato respiratorio e tra questi anche sei casi di mesotelioma
presso la Landini di Castelnuovo Sotto sono state denunciate e l'Inail ha trasmesso una not a
al giudice che ha preso atto della situazione» . La 'lista della morte e delle malattie' però non potrebbe fermarsi qui putroppo . «L'Inail ha riportato 47 casi al 2002, e quindi non è escluso che ne siano emersi degli altri» conclude l'avvocato Borghi .

Matteo Incerti (Il Resto del Carlino, edizione Reggio Emilia 26/10/07)

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