domenica 30 marzo 2008

"Attenti Reggio non è immune alla ndrangheta"




“Attenti Reggio e l’Emilia sanno resistere alla ndrangheta, ma non sono immuni per definizione, non sopravvalutiamo la capacità di resistere”. Così, Rita Borsellino, presidente onorario dell’associazione antimafia Libera e sorella del giudice Paolo assassinato dalla mafia nel 1992 mette in guardia la società reggiana dal costante pericolo rappresentato dalle infiltrazione malavitosa. La Borsellino, è interventa al Fuori Orario come capolista indipendente al Senato per la Sinistra Arcobaleno commentando anche le recenti indagini a Reggio sull’omicidio del figlio del boss crotonese Megna.
Rita Borsellino, recentemente lo studioso antimafia Enzo Ciconte ha esaltato la capacità di “resistenza” dei reggiani alla ndrangheta. Siamo veramente così immuni ?
“Io non credo ai luoghi immuni. Credo che ci possano essere grandi resistenze da parte di popolazioni che non hanno mai subito questo forte tipo di oppressione e quindi non sono mai state costrette a fare i conti con la paura, perché è normale che si abbia paura in questi casi”
Reggio non dorme sonni tranquilli ?
“Penso che Reggio abbia questa capacità di resistere ma bisogna stare sempre in allerta per evitare di trovarsi un giorno con un problema molto grosso da affrontare. Il problema c’è . Come c’è sicuramente questa capacità di resistere ma forse non bisogna sopravvalutarla perché non è assoluta. il rischio c’è. Bisogna stare molto attenti”.
C’è il tema del riciclaggio di denaro sporco in attività lecite ed il rischio che qualcuno veda questo fenomeno come tutto sommato “accettabile”
“Bisogna rendersi conto che il riciclaggio di denaro sporco droga l’economia ed il libero mercato perché è denaro che fa concorrenza sleale”
In che modo la ndrangheta potrebbe “contaminare” la nostra società ?
“Prendiamo l’esempio delle “ndrine” calabresi sull’economia romagnola. Se da principio ci provano con i loro stessi concittadini perché trovano terreno facile, se acquistano potere ed il potere lo acquistano con il consenso forzato della popolazione, mettendo paura e con una crescente capacità intimidatoria, nulla toglie che anche qualche elemento più debole della società locale possa cedere. E da li aumenta la loro forza. Siamo noi con le nostre risposte che che diamo forza o indeboliamo il potere dei mafiosi”


Matteo Incerti (Il Resto del Carlino - Reggio 30/3/2008)


domenica 2 marzo 2008

Dietro agli inceneritori un business fatto di consulenze ?



L’EMERGENZA RIFIUTI. Forse di vera emergenza non si tratta, ma fatto sta che i sacchetti maleodoranti per le strade di Napoli ci sono e una soluzione va trovata. Per molti gli inceneritori sono il rimedio ideale, per altri un danno anche peggiore. Contro la loro realizzazione gli abitanti scendono in piazza mentre l’Ordine dei medici dell’Emilia Romagna e quello francese chiedono una moratoria. Si parla di alternative con un minore impatto ambientale e sanitario e, oltretutto, meno costose. Alternative spesso censurate, come ricorda anche Marco Travaglio nel libro «La scomparsa dei fatti». Chi ha ragione?
Per rispondere ci si appella alle competenze tecniche di superesperti. Vengono chiamati in causa docenti universitari e politici, si organizzano studi e convegni, il tutto regolarmente finanziato in base alle normative vigenti. Sulle competenze e la serietà di questi professionisti...
nessuno ha dubbi, anche se vedere che tra gli sponsor dei corsi e dei convegni, che dovrebbero fare chiarezza ed essere neutrali e obiettivi, ci sono multinazionali che costruiscono inceneritori, suscita qualche perplessità. Tra le università italiane, il Politecnico di Milano è tra le più attraenti per chi intende occuparsi di combustione di rifiuti. Tra i suoi partner ufficiali del settore Poliplacement, la Fooster&Wheeler Italia (branca italiana di una multinazionale americana che costruisce inceneritori) e la multinazionale francese Veolia Environnement che costruisce anch’essa inceneritori e discariche. Per preparare al meglio gli esperti d’incenerimento vengono organizzati corsi universitari, come quello dei docenti Consonni e Giugliano nel 2005 per la sede di Piacenza del Politecnico di Milano con il sostegno di diverse ex municipalizzate come l’allora Ampsa, Tidone Energia del Gruppo Asm Brescia, Tesa Piacenza (oggi in Enia Spa). Tra i docenti l’ex ministro dell’Ambiente Altero Matteoli, dirigenti di Hera, Pirelli e Federambiente. Il polo scientifico di Rimini dell’università di Bologna, tra i suoi sponsor ufficiali, vede anche il gruppo Hera Spa che da Modena fino alla Romagna gestisce ben sette impianti d’incenerimento di rifiuti solidi urbani, per i quali ha chiesto anche l’ampliamento. Fino al 2007 il presidente dell’Istituto di economia delle fonti di energia (IEFE) dell’università Bocconi, è stato l’ingegner Renzo Capra, a capo di Asm Brescia. Da annotare anche il corso universitario per diventare «Tecnico superiore per il monitoraggio e la gestione dell’ambiente», realizzato anche grazie a Asm Brescia Spa.
IDEE CONFUSE: SIAMO PRO O CONTRO?L’iniziativa Nimby Forum (acronimo di Not In My Back Yard, cioè "Non nel mio cortile”), promossa da enti, istituzioni ed imprese ha invece l’intento di promuovere la costruzione d’impianti di smaltimento e infrastrutture “pesanti” spesso oggetto di contestazioni da parte delle popolazioni. Il direttore del comitato scientifico è stato in passato Andrea Gilardoni, già presidente dell’Amsa Milano e poi di Waste Italia, ramo italiano della multinazionale che costruisce, tra l’altro, inceneritori. Nell’attuale comitato scientifico di Nimby Forum troviamo anche Franco Battaglia, docente di chimica all’università di Modena e Reggio, vice presidente dell’associazione Galileo 2001 (il cui presidente onorario è Umberto Veronesi). Battaglia è noto per le sue teorie controcorrente quali l’«inesistenza di ogni inquinamento da elettrosmog » e ha definito una «bufala» i cambiamenti climatici. Recentemente ha anche dichiarato che «non conviene differenziare i rifiuti, meglio bruciarli». Tra i partner di Nimby Forum figurano aziende del settore e multiutilities: da Actelios/Gruppo Falck a AEM Milano, da Amsa Milano a Amiu Genova E ancora, tra le altre, Waste Italia, Autostrade, Edison, Enel, Endesa, Gruppo Impregilo, Stretto di Messina, TAV/Ferrovie dello Stato, Terna. Del gruppo fanno parte anche gli Amici della Terra, che se all’estero contrastano gli inceneritori in Italia li difendono a spada tratta. Misteri…
IL MONDO DELLA SANITA’ …In tema di impatto ambientale e sanitario degli inceneritori troviamo spesso impegnati Giuseppe Viviano e Loredana Musmeci dell’Istituto Superiore della Sanità. Le loro pubblicazioni più importanti in questo settore si possono trovare sul portale del Comitato Termotecnico Italiano (www.cti2000.it). Il dottor Viviano viene chiamato spesso come esperto da parte di comuni che vogliono realizzare inceneritori, come ad esempio Parma. Insieme alla dottoressa Musmeci, ai docenti Aurelio Misiti e Renato Gavasci, fanno parte del comitato scientifico di Nuova Gea, la rivista di Federambiente. Presidente dell’associazione, che riunisce le multiutility e aziende collegate, è Daniele Fortini che è anche il copresidente della Confederazione europea dei gestori d’impianti d’incenerimento, il CEWEP In tema di sanità è interessante il caso di Brescia, dove è in funzione il più grande inceneritore d’Europa, da 800 mila tonnellate di rifiuti, dell’Asm Brescia. Presso l’Asl locale è attivo da anni un registro tumori. Dal dicembre del 2004 il presidente dell’Asm è stato chiamato a far parte del Comitato Tecnico-Scientifico dello stesso registro. E la stessa Asm ha finanziato nel maggio 2006, con due borse di studio da 15 mila euro ciascuna, l’attività del registro. In Romagna invece Hera risulta tra i finanziatori di diverse attività dell’Istituto oncologico romagnolo (Ior). Lo stesso, in collaborazione con Hera, ha promosso una campagna di prevenzione per i dipendenti della multiutility. Il professor Dino Amadori, che fa parte del comitato scientifico dello Ior, lo scorso autunno ha difeso il ministro Pierluigi Bersani nella polemica scatenata dall’ordine dei medici dell’Emilia Romagna che chiedeva una moratoria sulla costruzione di nuovi inceneritori nella regione.
… E QUELLO DELLA POLITICAAlleanza Nazionale, i Ds, oggi confluiti nel Pd, e FI sono la stessa cosa quando si parla di inceneritori e finanziamenti regolarmente registrati da parte di importanti aziende del settore. Per chi si occupa di combustione di rifiuti investire su questi partiti «è una questione di vicinanza ideale». Lo ha dichiarato con chiarezza a Report su Rai3, nell’autunno 2006, l’amministratore delegato di Waste Italia, Pietro Colucci, presidente anche di Assoambiente. Sempre riguardo alla politica trasversale, Paolo Togni, già a.d. di Waste Italia e poi capo di gabinetto del ministro all’Ambiente Altero Matteoli, è tra i soci della Fondazione Sorella Natura insieme all’ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio e al candidato premier del Pd Walter Veltroni. Tra i soci benemeriti della Fondazione Sorella Natura anche Ermete Realacci, vice presidente del Kyoto Club, l’organizzazione che punta a promuovere politiche tese a ridurre i gas-serra e ha, come soci, ex municipalizzate come Asm Brescia ed aziende del settore energetico come Eni, Enel, Edison, Pirelli.

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Matteo Incerti (pubblicato su rivista Valori marzo 2008)

Chi finanzia la Fondazione Veronesi ?


LA FONDAZIONE VERONESI, creata dall’omonimo professor Umberto, vive grazie al contributo di grandi aziende, nazionali e multinazionali impegnate nei più svariati settori: dal petrolio alla costruzione di inceneritori, dalla distribuzione di acque minerali in bottiglie di plastica alla telefonia mobile, fino ai colossi dell’energia e dell’acqua. Scorrendo tra i tantissimi partner della Fondazione, troviamo acciaierie (la Acciai Brianza e la Co.met Acciai), compagnie telefoniche (Telecom e 3), colossi industriali dell’acqua minerale in bottiglia (Ferrarelle e San Pellegrino), l’Enel, che – oltre a gestire centrali a carbone e ad olio combustibile - sta investendo all’estero sull’energia nucleare. Tra i partner anche Pirelli, Eni e Mondadori Ancora, la società Autostrada Ligure Toscana e Veolia, multinazionale francese che costruisce discariche e inceneritori. Essa detiene anche il 49% della Tecnoborgo di Piacenza, che gestisce il termovalorizzatore della città, e il 60% della Energonut, che controlla l’analogo impianto di Pozzilli (oltre ad essere in gara per completare quello di Acerra). Il gruppo Veolia è anche la più grande multinazionale dell’acqua del mondo, con un giro d’affari che nel 1999 era pari a 50 miliardi di dollari.

Matteo Incerti (rivista VALORI numero marzo 2008)