mercoledì 5 settembre 2007

"Questo modello industriale è finito"


«Il modello industriale attuale è finito . Dobbiamo ripensare tutto il modo di produrre e consumare insieme con cittadini, Comuni, Regioni e piccole e medie imprese protagoniste» . Un messaggio forte quello lanciato dall 'Aula Magna dell'Università di Modena e Reggio dal professor Allan Johansson, docente del Technical Research Centre of Finland , uno dei maggiori esperti ascoltati dalla Commissione UE . Intervenendo al convegno `Conversazioni su Ambiente e Sostenibilità' organizzato dall'assessore all'ambiente di Reggio Emilia Pinuccia Montanari insieme all'Ateneo, (evento che ha visto la partecipazione di decine di esperti), lo studioso è stato molto chiaro e deciso nel lanciare il suo messaggio su quale sia la via da seguire per i prossimi decenni.

Professor Johansson, i cambiamenti climatici in corso ci danno un quadro molto allarmante della situazione. Che cosa è necessario fare?
«Il modello industriale attuale è finito. Dobbiamo ripensare tutto il modello di produrre e consumare, non solo dei singoli prodotti, ma nell'insieme»
Facile a dirsi, ma come si può fare?
«I cambiamenti sono fondamentali e raggiungibil i tramite diversi stili di vita, stili che non significano meno qualità della nostra esistenza, ma al contrario possono migliorarla. Per noi e per tutto il Pianeta. Il ruolo dei cittadini è fondamentale in questo processo che non si può più rinviare»
A parole oggi si dicono tutti 'amici dell'ambiente', ma nei fatti se ne vedono di tutti i colori, petrolieri che fanno gli “ambientalisti”, produttori di auto che commissionano spot che fanno apparire questi mezzi come innoque scatolette che viaggiano tra verdi boschi e bianche ed innevate montagne...
«Non è possibile parlare di sostenibilit à ambientale e poi continuare con questo modello industriale che è finito»
Oltre al ruolo attivo dei cittadini chi può far scattare la 'molla' ?
«A livello economico le piccole e medie aziende tecnologicamente avanzate che riescono a muoversi prima delle grandi aziende per le loro strutture più snelle e possono fare da apripista per tutto il modello economico»
Immagina un cambiamento dal basso?
«Sì, attraverso la gente, con iniziative locali su diversi temi promosse dai Comuni , dalle Regioni e da tutte quelle piccole e medie aziende che sono specializzate in alta tecnologia» .
Da che cosa partirebbe ?
«La gestione del problema è multidisciplinare pensiamo all'energia che oggi è poco costosa e quindi viene sprecata in maniera pazzesca senza preoccuparsi delle conseguenze, ma siamo giunti a un punto dove non si può continuare a crescere più in questo modo con questo modello . E torniamo ai cambiamenti necessari in campo industriale »
Niente stop alle produzioni quindi?
«Nessuno vuol fermare la produzione, ma bisogna cambiare il modo di produrre, utilizzando meno energia, sprecando meno risorse, producendo meno imballaggi che poi diventano rifiuti»
Ma torniamo al punto di partenza :servono i cittadini . .
«Certo, finchè si continuano a comprare tre auto in famiglia, a dirsi ambientalisti ma utilizzare l'auto anche quando si potrebbe usare la bicicletta o andare a piedi, a non differenziare e riciclare i rifiuti e a sprecare energia e acqua risorse e materie prime non possiamo fare molto . Gli individui sono fondamentali per questa rivoluzione . Tra l'altro ci saranno dei vantaggi su tutti i punti di vista» .


Matteo Incerti (rivista VALORI settembre 2007)

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