venerdì 7 giugno 2002

Francesco Guccini, Tonino Guerra, Giuseppe Pederiali in difesa degli idiomi emiliano romagnoli


BOLOGNA - Una lotta impari "per salvaguardare una fonte d'acqua limpida". Con queste parole, lasciate come un testimone ai giovani d'oggi, il poeta Tonino Guerra definisce il romagnolo e le parlate locali. «Lingue a rischio d'estinzione come il latino», spiega. Guerra insieme al cantautore Francesco Guccini, ha aderito al convegno organizzato oggi al Teatro Alemanni di Bologna (ore 16) dal consigliere regionale Bruno Carlo Sabbi (indipendenti di sinistra). Tema: "I dialetti dell'Emilia-Romagna, un patrimonio da tutelare e valorizzare". Sabbi chiederà alla Regione di finanziare, per la prima volta, la legge regionale 45/94 sulla "Tutela e valorizzazione dei dialetti dell'Emilia-Romagna". Una norma che permetterebbe di stanziare fondi a favore di attività didattiche, teatrali, audiovisive, linguistiche. Al convegno sarà presente anche il presidente della Regione, Vasco Errani. «Sempre meno persone utilizzano queste lingue che erano patrimonio della civiltà contadina, se continua così moriranno», spiega Guerra. Proprio due mesi fa l'Unesco, a pagina 50 dell'Atlante delle lingue del mondo a rischio d'estinzione a cura del linguista Stephen Wurm, ha inserito l'emiliano ed il romagnolo, tra i 3.000 idiomi del pianeta in pericolo. «Condivido le iniziative per l'insegnamento del dialetto», commenta Guerra. Dalla Romagna all'Emilia. Anche il cantautore Francesco Guccini vede tutta in salita la strada per la salvaguardia di quelle, che nel nuovo articolo 12 della della Costituzione, già votato dalla Camera, vengono ufficialmente definite "lingue locali". «Una missione difficilissima quasi impossibile», dice Guccini. «Se si è estinto il latino, per le parlate emiliane non vedo molta speranza, ma valorizzarle è positivo». Guccini, autore di un dizionario del dialetto pavanese vede buio forse più di Guerra. «In Veneto, Piemonte, a Napoli molti bambini utilizzano ancora le parlate locali, ma in Emilia è un fenomeno sempre più raro, specie nelle città, per questo sono realista e temo scompariranno», dice. Eppure, due mesi fa a un corso di bolognese, organizzato dagli appassionati del "Sit Bulgnàis" (http://beam.to/bulgnais/ ) si sono iscritte oltre 100 persone. Il dizionario tascabile "italiano-bolognese" a cura di Daniele Vitali e Luigi Lepri edito dalla Vallardi, ha venduto migliaia di copie. Su Internet, sono nati anche dizionari dei bambini multilingue, che oltre all'inglese e l'arabo hanno versioni in "mudnès", reggiano, "bulgnàis" ,romagnolo, "frarès", "pramsàn (www.logos.net/bimbi). In diverse scuole elementari della Romagna, si svolgono corsi facoltativi a cura dell'Istituto intitolato a Friedrich Schurr, glottologo viennese che nei primi del '900 diede al romagnolo lo status di lingua romanza. Gianfranco Zavalloni, direttore didattico e preside di scuola media a Gatteo Mare, per l'insegnamento del romagnolo sta proponendo veri e propri metodi didattici chiamati "Scuola creativa" (http://www.scuolacreativa.it). Due anni fa la Provincia di Modena, ha organizzato anche un corso d'aggiornamento didattico di "mudnès" destinato agli insegnanti.

Ancora, sul sito dell' Alto Commissariato dei Diritti Umani dell'ONU, c'è la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo in sanmarinese/romagnolo. Chi è ottimista è un cantore dell'emilianità e della Bassa padana come lo scrittore Giuseppe Pederiali: «Putroppo non potrò essere presente all'incontro, ma appoggio l'iniziativa. Negli ultimi anni ci sono segnali di ripresa, lo noto quando vado a presentare i miei libri. Le nostre parlate vanno insegnate facoltativamente nelle scuole, e salvaguardate come l'ambiente. Quando scrivo lo faccio in italiano ma penso in "mudnès», ammette l'autore dell'Osteria della Fola.

Matteo Incerti

(Pubblicato sul Il Resto del Carlino - Pagina Cultura Emilia 7/6/2002 )

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