venerdì 15 agosto 2008

L'acqua in plastica distrugge la Terra ed il nostro portafoglio


Bere acqua del rubinetto è un modo pratico e semplice per risparmiare denaro, ridurre l'inquinamento e l'utilizzo/spreco di materie prime e fonti fossili, la produzione di rifiuti e pure il traffico sulle nostre strade.


L'acqua dei nostri rubinetti è potabile e controllata (a Reggio Emilia ad esempio è controllata quotidianamente da Ausl, Arpa e la stessa municipalizzata) . Per chi non ama il sapore disinfettante basta semplicemente utilizzare il 'trucco' di lasciar decantare l'acqua un po' in una caraffa o bottiglia aperta. Per chi la ama frizzante sono poi in vendita anche in Italia appositi sistemi (già in uso nel Nord Europa 10 anni fa) a ricarica per 'gasarla'.

Per i piu' dubbiosi o 'schizzonosi' un po' di calcoli , che possono far riflettere su un gesto semplice che se moltiplicato per migliaia di persone puo' risultare rivoluzionario.


Ecco i numeri del costo ambientale/economico del bere 'acqua in plastica', emersi anche grazie al lavoro divulgativo dell'amico Maurizio Pallante:


La produzione di un chilogrammo di PET , che servirà per produrre le bottiglie in plastica, richiede 17,5 chilogrammi di acqua e rilascia in atmosfera 40 grammi di idrocarburi, 25 grammi di ossidi di zolfo, 18 grammi di monossido di carbonio e 2,3 chilogrammi di anidride carbonica ( fonte Paul Mc Rande, The green guide, in State of the world 2004, Edizioni Ambiente, Milano 2004, pagg. 136-137).


Poiché una bottiglia in PET da 1,5 litri pesa 35 grammi, con un chilo di PET se ne fanno 30.


Per trasportare 45 litri d’acqua se ne consuma quasi la metà in produzione delle bottiglie in plastica!



Quanto paga e quanto inquina in un anno una persona che consuma acqua in bottiglie di plastica nella misura di 1 litro al giorno?


Trecentosessantacinque litri corrispondono a poco più di 40 confezioni da 6 bottiglie di 1,5 litri (240 bottiglie). Ai prezzi attuali il costo va da 90 a 200 euro all’anno. Tenete presente che 1.000 litri d'acqua potabile del rubinetto costano 1 EURO o poco piu' in una città media del Nord Italia.


Per trasportare 15 tonnellate, che corrispondono a 10.000 bottiglie d’acqua da 1,5 litri, un camion consuma 1 litro di gasolio ogni 4 km (25 litri ogni 100 km). Ipotizzando una percorrenza media di 1.000 km, tra andata e ritorno (l’acqua altissima e purissima che va del Sud Tirolo alla Sicilia ne percorre molti di più), il consumo di gasolio ammonta a 250 litri, ovvero 250.000 cm3 che, divisi per 10.000 bottiglie corrispondono a 25 cm3 di gasolio per bottiglia.


Moltiplicando 25 cm3 per 240 si deduce che il consumo giornaliero pro-capite di 1 litro di acqua in bottiglia comporta un consumo di 6 litri di gasolio all’anno.


A questi 6 litri di gasolio vanno aggiunti:


- i consumi di petrolio per produrre le bottiglie di plastica (8 kg per 240 bottiglie);


- i consumi di gasolio dei camion che trasportano le bottiglie di plastica vuote dalla fabbrica che le produce all’azienda che imbottiglia l’acqua e dei camion della nettezza urbana che le trasportano dai cassonetti agli impianti di smaltimento o riciclo;


- i consumi di benzina degli acquirenti nei tragitti casa – supermercato - casa e casa – cassonetti (se non si ha l'utile raccolta porta a porta) - casa.


Ipotizziamo quindi che il consumo annuo totale di combustibili fossili pro-capite di una persona che compri l’acqua in bottiglie di plastica sia di almeno di 8 litri di gasolio/benzina oltre gli 8 kg di petrolio.


Una famiglia di quattro persone , spende quindi ogni anno da 320 a 720 euro e fa bruciare almeno 32 litri di combustibili fossili per bere acqua in bottiglie di plastica invece dell’acqua potabile che sgorga dal rubinetto di casa.


A tutto questo si aggiunge poi la produzione di rifiuti che è stimata anche in un massimo di 12 chilogrammi a testa di rifiuti in plastica prodotti a famiglia, che se non riciclata, ma messa in discarica o bruciata, oltre al danno ambientale (diossine, nanopolveri ed altri inquinanti) comporta un nuovo spreco energetico (l'energia che si ricava dal bruciare plastica è minore di quella utilizzata per produrre l'oggetto) e di costi di smaltimento.



Che ne dite ? Apriamo la nostra fonte casalinga di 'San Rubinetto' ?


2 commenti:

Gli Amici di Padre Aldo Bergamaschi ha detto...

TRISTE, TRISTISSIMO !

Penso che chi frequenta questo blog e i similari non abbia bisogno di lettere il testo, basta il titolo... Ormai 'nel giro' il grande problema è noto a tutti. Glà Pallante, ripetutamente e documentatamente - http://www.ilconsapevole.it/articolo.php?id=8448 - ci ricorda le sciagure collegate all'abitudine di fardellarsi la casa e la cantina con acqua inplasticata.

La domanda però rimane. Perché la gente non la capisce? Perché negozi e super e iper fanno a gara a chi offre più marche e i carrelli ne sono sempre ricolmi?
(Già che ci siamo, facciamo il paio con l'altro 'bene di consumo', i prodotti di cellulosa e gli usa e getta, carta igienica in primis: san Rubinetto c'è anche per pulirsi il sedere...)

Tento una risposta. La questione è psicologica:
- bottiglia sigillata = sicurezza (ah, la cara sicurezza...!)
- comodità (sic!), con l'apri-e-chiudi, ti porti la bottiglia in camera, in auto, al lavoro, in viaggio, ...
- pubblicità : irresistibile, quando vedi reclamizzata l'acqua che bevi anche tu, hai un senso di appartenenza, di elite, ti identifichi col testimonial, ecc ecc ecc
- etichetta : vedo e so quello che bevo, il pH, la durezza, il sodio (il sodio 0,0000000000caz), ...
- l'acqua del rubinetto è per altri impieghi, come fosse un'altra sostanza: ci si lava la frutta e verdura, ci si cucina (ma non per brodi e caffè e tè e tisane), se ne fa uso per lavarsi e fare le pulizie, al limite ci si lava i denti (tanto dopo si sputa...)
- costa molto ma molto ma molto di più = vale molto di più dell''altra'

Eppure l'acqua dell'acquedotto un po' diversa lo è:
- certificata alla fonte ... ma non alla 'spina'
- è 'pesante' ... lascia vistosi depositi, cosa diranno stomaco e reni?
- non è gradevole come l'altra (quelle 'leggere', per chi sa riconoscerle) e ha certi sapori
- intasa gli aeratori con corpuscoli 'preoccupanti', quali ferro, frammenti di calcare, terra, ...

Una strategia per aumentare i consumi alimentari dell'acqua del rubinetto e abbassare quelli dell'acqua-pet sarebbe di incentivare l'installazione dei deputarori a osmosi investa nel sottolavello. Una volta che si prova il gusto e la qualità dell'acqua così trattata, si abbandona del tutto quella in bottiglia.

Ma i costi e la delicata manutenzione (cambio filtri a date/consumi prestabiliti) sono IL deterrente. Un buon impianto, compatto, sicuro, certificato, chiavi in mano, da 200-400 Euro (ricambi annuali sotto i 40 Euro) potrebbe trovare molti aderenti. Enìa che dice? Gli Assessorati 'competenti' che dicono? E le catene della 'grande distribuzione' che potrebbero fare (e non fanno)? Latte e detersivi sono reperibili alla spina; e l'acqua?

alcuni rif.:
http://www.aqsystem.it/schede/quella_vera.pdf
http://www.altreconomia.it/acqua/news.php?id=6
http://www.behablog.it/dett.php?id=32
http://www.nuovoecosistema.it/consumo-critico-dellacqua-in-bottiglia-27.php
http://www.swissinfo.org/ita/index.html?siteSect=105&sid=4313516
http://theomiblog.blogspot.com/2007/08/una-bottiglietta-dacqua.html
http://gruppovalmalenco.valtellina.net/pdf_etc/tratto_da_fuori_i_mercanti_dall_acqua.pdfhttp://acquapubblica-umbria.noblogs.org/post/2007/03/01/un-paese-contro-la-rocchetta-di-luca-martinelli

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Giovanni Giavelli

Anonimo ha detto...

Aeroporto di Madrid, ora alla ribalda per tristi motivi ma efficientissimo e organizzatissimo: ci sono ovunque le fontanine di acqua purificata e refrigerata!
questo può non stupire in un paese civile e organizzato come è ora la Spagna, con 12 linee di metropolitana e dove con 2 euro vai in metro in centro, pulita efficace e puntuale.
Ma ci sono perfino all'aeroporto di San Josè in Costa Rica!
e in un ecolodge ho trovato pure rubinetti di acqua purificata, e per scelta non vendevano acqua in bottiglia!