Tre reggiani alle ParaOlimpiadi con il Primo Tricolore. Fabio Azzolini, Filippo Bonacini e Cecilia Camellini, hanno ricevuto copia del Primo Tricolore, come vessillo augurale in vista dei Giochi Paraolimpici ai quali parteciperanno a Pechino dal 6 al 17 settembre. A donare loro la bandiera l’assessore comunale di Reggio Giovanni Catellani ed il presidente provinciale del Coni Doriano Corghi. A Pechino Fabio Azzolini, costretto su una sedia a rotelle dal 1993 dopo un incidente d’auto si cimenterà nel tiro con l’arco. Questa è l’unica disciplina olimpica in cui disabili e normodotati si confrontano insieme gareggiando potenzialmente alla pari. Se infatti Azzolini avesse raggiunto abbastanza punti avrebbe potuto qualificarsi anche per le Olimpiadi che inizieranno il 6 agosto. Filippi Bonacini, 24 anni e Cecilia Camellini 16 anni gareggeranno invece nel nuoto. “Per Reggio è una grande soddisfazione” dice Vincenzo Tota responsabile provinciale della federazione sport disabili. “L’evento sarà importantissimo e darà grande importanza al valore sociale della pratica sportiva per tutti” spiega Mario Guidetti già delegato del Comitato Italiano Paraolimpico.
“ Ci sarà una specie di gemellaggio tra Reggio e Modena– spiega Azzolini originario di Casalgrande – io sono reggiano ma gareggio per l’Asam Modena mentre Cecilia Camellini è modenese ma gareggia per la Ads Tricolore di Reggio”. Cecilia, sarà anche portabandiera dell’ Italia. Per tutti è la prima volta. “Siamo pronti e ci stiamo allenando” dice Cecilia che fino ad oggi ha partecipato a numerose competizioni nazionali ed internazionali. Nella vasca olimpica anche Filippo Bonacini (Asd Tricolore) classe ’84 nella vita di tutti i giorni studente postlaurea al corso di consulenza e gestione d’impresa. “Il successo di questi tre atleti è anche il successo di tutto il sistema dello sport di base e del volontariato reggiano” spiega l’assessore Catellani. Azzolini a margine della cerimonia, ha un pensiero per il Tibet , che esprime in maniera molto diplomatica ma chiara. “ Ho visto un programma che ha spiegato come nella storia le Olimpiadi siano sempre state un modo per far emergere aspetti nascosti dei paesi organizzatori, probabilmente c’è questa tendenza della Cina a non far vedere nulla – dice – se è buono per un atleta vincere una medaglia, questo deve essere utile anche per il Tibet a risolvere il loro problemi, il tutto naturalmente in maniera civile”.
Matteo Incerti (Il Resto del Carlino 27.07.2008)
domenica 27 luglio 2008
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